Educazione sessuale di Stato obbligatoria: la proposta finisce in TV, durante la puntata di qualche giorno fa di Porta a Porta, la nota trasmissione condotta da Bruno Vespa. La scusa è combattere la pornografia dilagante e senza controllo: e, così, ci fanno sapere, molto meglio indottrinare prima nelle scuole giovani e giovanissimi.
La strategia è far digerire la proposta che potrebbe scandalizzare più di qualche famiglia. La Finestra di Overton parla chiaro: prima si deve puntare a una “normalizzazione” del tema, poi si può arrivare anche sul tavolo del legislatore. E per farlo pronti via, tutti a ragionare sul problema dell’accesso al porno facile per i ragazzi dal telefonino, di mancanza di controllo, di incapacità di dare un freno. La soluzione dunque la propone Rocco Siffredi in versione… vestita e ripulita: sembrano infatti lontane le prodezze hard dell’attore porno. Ora il “nostro” è un imprenditore consumato che preferisce costruire le carriere altrui con la sua Academy. Eh sì perché, perdonateci la battuta, ma l’Academy di Siffredi altro non è che una scuola dove si preparano registi e attori porno del domani.
Ebbene questo “lodevole” personaggio, ormai star del piccolo schermo, pontifica su quelle che sono le soluzioni per la gioventù di domani: non certo combattere l’hard, magari mettendo in guardia i ragazzi dai rischi fisici e psicologici di una tale condotta di vita, priva di valori e lontana da una sana educazione familiare che dovrebbe fortificare e allontanare i giovani da uno sfruttamento capitalista e utilitarista del corpo che nulla ha a che vedere con la scoperta dell’intimità e dell’amore verso il proprio partner.
Non nominiamo neanche la teoria gender o la pedofilia che si infila spesso nelle maglie della pornografia, anche perché, stando a qualche presente alla trasmissione come la psicoterapeuta Stefania Andreoli, è una teoria inesistente, propria di quei genitori troppo “appropriativi”.
E così, stando a questa propaganda, bene che siano gli “esperti” a guidare i nostri figli alla scoperta del sesso. Già in qualche scuola primaria (non solo secondaria) sono stati attivati questi corsi: bambini con ancora i denti da latte cui viene insegnato come si fanno i bambini e quale è il migliore approccio alla sessualità. Con i risultati come bambini che parlano un linguaggio volgare e che si sentono turbati da certe immagini o tematiche.
Quello che c’è da augurarsi è che i genitori rinsaviscano e si oppongano a questa ipersessualizzazione: oggi più che mai queste cose devono essere insegnate innanzitutto a un’età corretta, senza disturbare la crescita corretta dei figli. In seconda battuta tale l’insegnamento deve avvenire dentro le mura domestiche dove i ragazzi non hanno a che fare con pseudo esperti e squali della vita, che tutto hanno da essere fuorché esempio per loro, ma con i loro genitori.
La sessualità è cosa troppo intima e delicata per essere insegnata nelle scuole. Figuriamoci le conseguenze sociali se a farlo, poi, sono dei cattivi maestri. Solo ponendo un freno alla tecnologia sfrenata, bloccando certi siti e impedendone l’uso ai minori, e insegnando la bellezza della scoperta, allontanando la volgarità e il materialismo della vita, potremmo dire di aver compiuto davvero la rivoluzione giusta.