Un uomo ridotto in mutande, nel senso letterale del termine, devasta tutto ciò che gli capita a tiro. A Winston Gay, abitante nell’immaginaria cittadina di Gay Bay è stata confiscata la casa, dopo che lui è stato accusato dai vicini di rumori molesti mentre si dava a pratiche autoerotiche.
Nel trailer ufficiale si possono ammirare le gesta dell’uomo che, tra inenarrabili urla belluine, per vendicarsi del procedimento a suo carico, prende a calci la gente, mandando ogni cosa per aria, prima in chiesa, durante una funzione religiosa, poi in una villa di lusso, poi lungo i viali dell’apparentemente tranquilla cittadina, perfettamente in linea con gli stereotipi della provincia americana.
Winston Gay prende a calci vari poliziotti, la cuccia di un cane, un cassonetto della spazzatura, mandando a fuoco un paio di automobili. Anche due donne sono vittime delle sue aggressioni. Mentre sfoga la sua rabbia selvaggia, il personaggio continua a indulgere nella sua attività preferita: la masturbazione.
Il videogioco Wanking Simulator è già fruibile in formato demo su Steam. La versione finale sarà lanciata nell’arco di un paio di mesi. Davvero eloquenti gli slogan che appaiono nel trailer del videogioco: «Il gioco di cui ha bisogno da morire». «Il gioco che cambierà la tua vita». Su Steam si spingono oltre: «La migliore esperienza di masturbazione conosciuta all’umanità, comodamente da casa tua».
Con Wanking Simulator, gli ideatori hanno fatto bingo, polverizzando il tabù della masturbazione e associandola alla violenza contro l’autorità costituita. Significativo anche il ricorso all’aggettivo gay, riferito sia al protagonista del videogioco, sia alla località in cui è ambientato.
Se nei videogiochi, la violenza non è, purtroppo, una novità, negli stessi la masturbazione è qualcosa di spaventosamente inedito. Nel caso in oggetto, il mix diventa esplosivo e non osiamo immaginare quanto devastante potrebbe essere l’effetto emulazione tra gli adolescenti che sperimenteranno il “gioco”.
Non c’è molto di cui meravigliarsi, tuttavia, nella misura in cui, da qualche anno a questa parte, con il pretesto dell’educazione sessuale, la masturbazione sta diventando un topos di molte iniziative pseudo-formative, spesso addirittura nell’ambito della scuola pubblica. A che pro? Educare una nuova generazione di puri consumatori svincolati da qualunque legame affettivo (l’esaltazione dell’autoerotismo la dice lunga sulla condizione di solitudine che si vuole inculcare tra i giovanissimi) o sociale e guidati non più da principi morali o dal desiderio di andare incontro all’altro ma unicamente dalle proprie pulsioni ancestrali. Quando al videogioco di cui sopra, c’è solo da augurarsi che un giorno la realtà non superi la fantasia…
di Luca Marcolivio