Ringraziamo la Redazione di UCCR on line che ci ha riassunto i dati rilevati dagli ultimi sondaggi a proposito di quanto gli Italiani gradiscono il ddl Cirinnà e il matrimonio gay.
Poco. Poco o per niente.
Tanto per tacitare chi ancora dice che le unioni civili sono un’altra cosa, riportiamo anche le dichiarazioni di Micaela Campana, responsabile nazionale del Partito Democratico al Welfare e Terzo Settore: «Il Pd, appena dopo l’approvazione delle unioni civili, non può che incamminarsi sulla strada del matrimonio gay»: del resto è quello che è successo in tutti i Paesi dove sono state regolamentate le unioni civili: sono divenute presto matrimonio con tanto di adozione. E dichiarazioni esplicite e analoghe le hanno fatte tanti altri (per esempio Ivan Scalfarotto, o Rosario Crocetta).
C’è inoltre il parere autorevole di molti interpreti del diritto che evidenziano come già le “unioni civili” siano nella sostanza “matrimonio gay”.
Invece gli italiani, di nozze e adozioni gay, non ne vogliono proprio sapere , nonostante la potente e ossessiva campagna mediatica che batte da anni sulla questione.
Scrive UCCR che tutti gli istituti di ricerca concludono allo stesso modo: per Ipr Marketing il 74% degli italiani è favorevole al riconoscimento delle coppie di fatto etero (non unite in matrimonio), ma solo il 46% è favorevole alle unioni gay (contro il 40%). I favorevoli alle adozioni si riducono al 50% per le coppie di fatto e al 15% per le unioni gay. Conferma che arriva anche dall’istituto Piepoli: alle adozioni Lgbt è contrario il 73% dei cittadini. L’istituto Ipsosdi Nando Pagnoncelli ha rilevato la contrarietà del 55% degli italiani al ddl Cirinnà (sopratutto alla stepchild adoption) e solo il 38% sarebbe favorevole.
L’istituto Ferrari Nasi & Associati ha sottolineato che solo il 29% è favorevole alle unioni come simil-matrimonio e all’ipotesi di adozione in esso contenuta (ovvero il ddl Cirinnà), mentre il 51% è favorevole al riconoscimento delle unioni civili come istituto a sé. Renato Mannheimer, fondatore di Ispo, ha spiegato che «la maggioranza resta contraria al simil matrimonio per i gay, e resta, soprattutto, una forte contrarietà all’adozione, anche fra i favorevoli alle unioni. La ragione? Credo perché di mezzo ci sono i bambini e gli italiani sono molto sensibili su questo».
Sappiamo bene che di questi sondaggi “la casta” in Parlamento non terrà alcun conto. L’unico modo che ha il popolo di far sentire la sua voce, è la piazza.
Quindi siamo “costretti” a ritrovarci tutti a Roma, il prossimo 30 gennaio.
Redazione