Come abbiamo preannunciato, ieri il popolo sloveno ha votato per un referendum sulla legalizzazione del matrimonio gay.
Per leggere lo screenshot qui sopra basti sapere che ZA significa “a favore” e PROTI significa “contro”: il popolo sloveno ha votato NO al matrimonio gay con larga maggioranza.
Il Parlamento aveva introdotto una legge che definiva “matrimonio” qualsiasi unione tra due persone adulte: anche se la Slovenia è considerata una tra le più liberali delle nazioni ex comuniste, gli elettori, che avevano già votato contro le unioni civili omosessuali nel 2012, hanno ribadito che il matrimonio è tra un uomo e una donna. Anzi, in questa occasione l’affluenza alle urne è stata maggiore (36%) e la percentuale che ha votato “proti” (quasi 2/3).
Metka Zevnik, noto attivista pro family, ha commentato i primi risultati dicendo che la famiglia naturale è e resta il valore cardine a fondamento della società.
Come scrivevamo neanche due mesi fa, all’inizio dell’autunno erano state raccolte in soli quattro giorni circa 50.000 firme (su due milioni di abitanti) per chiedere l’indizione del referendum, che la Corte Costituzionale aveva in seguito sancito essere ammissibile.
Il popolo sloveno era anche sceso in piazza a favore della famiglia. Anche a Lubiana, infatti, sono arrivate le Sentinelle in Piedi (qui la loro Pagina Facebook): tante persone comuni che, leggendo in piedi per un’ora, dimostrano di non avere alcuna intenzione di subire passivamente lo status quo e che, con la loro presenza vigile in luoghi visibili della città, stimolano i passanti a interrogarsi a loro volta.
Il matrimonio gay non dà vita a una famiglia e non rappresenta una buona soluzione né per le persone omosessuali che si illudono, né per la società, né per i bambini.
Redazione