13/05/2024 di Matteo Delre

Medici fanno causa alla Sanità Usa per aver ridefinito gli standard su transizione e disforia di genere

Negli Stati Uniti alcuni avvocati della Florida e dell'Alliance Defending Freedom, che rappresentano l'Associazione Medica Cattolica, hanno intentato una causa contro il Dipartimento della Salute dell’amministrazione Biden. Motivo della denuncia è l’adozione di una norma che obbligherebbe i medici a uniformarsi a nuovi standard per la definizione di “sesso biologico”, pena l’obbligo di pagare multe molto salate. Il primo a contestare la norma è stato il procuratore generale della Florida Ashley Moody, a cui si sono subito associati gli avvocati dell'ADF.

In particolare il Dipartimento della Salute ha pubblicato una modifica al criterio che ridefinisce il “sesso” nella legge federale riguardante la non discriminazione dell’assistenza sanitaria, nell’ottica di superare il concetto di “sesso” e di includere quello di “l’identità di genere”. Per come è stata concepita, la modifica costringe i membri dell’Associazione Medica Cattolica a perdere i finanziamenti federali e la sottoporrebbe a gravi rischi di sanzioni per aver trattato e indirizzato i pazienti in base al loro sesso biologico. La norma impone inoltre alla Florida di seguire standard di cura non scientifici, come sono quelli per la “transizione di genere”, e limita il potere dello Stato di stabilire standard minimi di protezione nell’erogazione delle cure da parte degli operatori sanitari.

«La Florida ha approvato una legge per proteggere i nostri figli da farmaci e interventi chirurgici pericolosi e irreversibili legati alla transizione di genere», ha affermato il procuratore generale della Florida Ashley Moody. «Ora, Biden e i suoi burocrati federali stanno cercando di aggirare la nostra legge sulla protezione dell’infanzia per costringere lo Stato a pagare per i bloccanti della pubertà e gli interventi chirurgici per la transizione di genere per i bambini. Queste regole calpestano il potere degli Stati di proteggere i propri cittadini e non resteremo a guardare mentre Biden tenta, ancora una volta, di usare la forza del governo federale per soffocare illegalmente gli sforzi della Florida per proteggere i bambini».

«Il tentativo dell'amministrazione Biden di dirottare la medicina è l'ultimo esempio del suo intervento illegale», ha inoltre affermato Julie Marie Blake, consulente legale senior dell'Alliance Defending Freedom. «La nuova norma danneggerà coloro che soffrono di disforia di genere, in particolare i bambini, e punirà i medici che cercano di prendersi cura di loro. I professionisti medici di tutto il mondo e le persone che si sono sottoposte a queste procedure sperimentali che alterano il corpo mettono in guardia sui rischi che comportano. Eppure l’amministrazione Biden sta lavorando per costringere i medici a eseguire queste procedure pericolose, spesso sterilizzanti, per far sembrare le persone del sesso opposto».

Sono già disponibili stralci della denuncia, dove si accusa il governo federale si abusare dei suoi poteri normativi per costringere i fornitori di assistenza sanitaria e di assicurazione medica a classificare le procedure pericolose e di alterazione corporea come trattamenti necessari. «La nuova norma», vi si legge, «ridefinirebbe radicalmente la pratica della medicina. Le attuali leggi in vigore si schierano contro la discriminazione, ma non devono essere usate come un cavallo di Troia per far sì che gli enti governativi investiti di competenze sui diritti civili si mettano a fare i medici e a decretare interventi di transizione di genere come standard di cura federale, minacciando sanzioni in caso di non conformità».

Storie di ordinaria follia liberal americana, insomma, che per ora non toccano il sistema italiano, per lo meno non in una misura così autoritaria e spudorata. Seppure segnali di irresistibili tentazioni non manchino, nel nostro Paese, dove piano piano e sottotraccia le imposizioni della cosiddetta “inclusività” tentano di farsi strada nella prassi e nella cultura diffusa. Pensiamo per esempio alle cosiddette “Carriere Alias”, che vengono utilizzate nell’ambito dell’istruzione e della formazione, dove l’ideologia gender tenta in tutti i modi di entrare con la scusa di voler tenere “lezioni di affettività”, per non parlare dei tentativi di penetrazione delle pratiche mediche di transizione, come si è visto di recente all’ospedale Careggi. Insomma, siamo ben lontani dagli eccessi americani, per fortuna, ma la guardia deve restare sempre alta e salda.

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