Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, con decreto, ha formalizzato qualche giorno fa le nuove nomine del Comitato Nazionale per la Bioetica. A ricoprire la carica di Presidente è il professor Angelo Luigi Vescovi. Tra i componenti anche l’avvocato Domenico Menorello, del Centro Studi Livatino. L’abbiamo raggiunto telefonicamente per capire linee e obiettivi del nuovo Comitato.
Ascolta "Menorello: il nuovo Comitato Nazionale Bioetica è «luogo di autentico dialogo sull’antropologia»" su Spreaker.Come ha accolto la nomina?
«Con sorpresa, non era tra i miei obiettivi, ma è un servizio al quale cercherò di dedicare ogni zelo, attenzione e tutte le mie capacità».
Che tipo di progetti porterà avanti all’interno di questo comitato?
«Per come è stato disegnato il comitato, dal governo, mi auguro che possa divenire un luogo di dialogo vero sull’antropologia, cioè sulle diverse e plurali concezioni dell’uomo che sempre più si incrociano nella società italiana, rispetto alle quali c’è sempre più necessità di coglierne le ragioni. In particolare abbiamo una concezione di uomo il cui valore viene fatto dipendere dalla sua capacità di autodeterminazione che è diventato il mantra di tanta cultura e tante leggi, cosicché quando l’autodeterminazione e l’autonomia, vengono meno o diminuiscono, si affievolisce l’attenzione sull’uomo stesso. C’è un altro sguardo sulla persona, invece, in cui ogni istante di vita è segno, promessa e traccia di un valore assoluto, intangibile promessa di significato quindi è chiaro che la fragilità e il limite diventa un’occasione di servizio verso l’altro. Si tratta allora, di dare luce a queste due visioni e capire quali saranno le scelte che più corrispondono al cuore di ogni uomo».
Cosa prevede per il futuro della politica italiana riguardo alle leggi bioetiche?
«Prevedo una stagione in cui, a differenza degli anni che ci stanno alle spalle, ci sarà meno la pretesa per chi ha il potere legislativo, spero anche per chi ha il potere giurisdizionale, di inculcare una nuova idea di uomo, come stava accadendo per il gender e certe discipline sul fine vita. Prevedo, invece, la necessità di affrontare alcuni temi, abbandonando l’idea che ci siano scelte neutre sulla persona. Prevedo anche una stagione politica meno preoccupata dell’imposizione di ideologie più riduttive per l’uomo».
Il comitato quali priorità deve avere rispetto ai temi bioetici?
«Innanzitutto credo che si ponga, il grande tema delle cure palliative e della necessità di assistenza che sempre più, nelle famiglie si avverte, anche per l’avanzare dell’età media e per la presenza di patologie invalidanti, col tentativo di favorire scelte che consentano ai più deboli di rimanere nei luoghi e nei contesti delle loro relazioni. Penso, poi, che si dovranno affrontare questi temi, a partire dalla necessità di cura, facendo tesoro di tutto ciò che abbiamo sentito anche in tanti incontri organizzati, in giro per l’Italia, dai palliativisti che sempre ci hanno testimoniato come una terapia nel dolore e una compagnia, nelle situazioni del dolore, ci permettano di vivere con dignità tutte le situazioni in cui ci troviamo».