Caroline Farrow, cattolica e madre di cinque figli, è la direttrice del Regno Unito per CitizenGO. Era diretta ad Orlando per consegnare a Disney World una petizione di CitizenGO con quasi mezzo milione di firme. Ma non le fu possibile: il suo volo, inizialmente approvato dal Sistema Elettronico per l'Autorizzazione di Viaggio, non fu autorizzato, spiega un articolo di Life Site News.
Non era mai stata arrestata, né aveva precedenti penali. Non c’era alcuna ragione per impedirle di partire. Eppure, il rappresentante della compagnia aerea non poteva spiegarle il motivo per cui non poteva intraprendere il viaggio previsto.
«Qualcuno ovviamente è andato all'ambasciata degli Stati Uniti», spiega Farrow. La donna, infatti, racconta di aver subito minacce e intimidazioni online per mesi «da parte di attivisti lgbt, perché ha espresso pubblicamente le sue preoccupazioni per i bambini a cui vengono somministrati ormoni e che vengono sottoposti a interventi chirurgici nel tentativo di farli sembrare del sesso opposto. Gli attivisti per la causa transgender hanno inviato fraudolentemente ordini di consegna di cibo a casa sua, hanno rivelato pubblicamente informazioni personali sue e della sua famiglia e hanno anche pubblicato fotografie della scuola dei suoi figli».
Come se non bastasse, all’inizio di questa settimana pare che un altro tormentatore abbia avvertito Farrow di aspettarsi presto delle sorprese.
Tutto ciò è a dir poco vergognoso. Può mai una donna essere costretta a subire simili molestie per aver espresso pubblicamente il suo pensiero? Forse solo alcuni godono della libertà di espressione, mentre altri devono restare nel silenzio, pena brutte sorprese?
Una società che permette che una donna venga trattata in questo modo, che non si indigna di fronte a tutto questo, è una società malata, che riconosce i diritti di alcuni e non di altri e che chiama discriminazione solo ciò che fa comodo al politicamente corretto.
di Luca Scalise