16/11/2021 di Manuela Antonacci

Mistero gender in Liceo a Bergamo. Bianchi: «Reazione Lgbt allo stop del ddl Zan»

Era stata sbandierata con tanto orgoglio arcobaleno, l’iniziativa di Arcigay Bergamo Cives che, tramite un post sulla loro pagina Facebook, nel mese di novembre, preannunciava l’avvio di un nuovo progetto nelle scuole, in collaborazione (almeno così c’era scritto) con il Liceo Artistico Giacomo e Pio Manzù. Un post con tanto di programma poi prontamente rimosso. Abbiamo chiesto dettagli e commenti a Filippo Bianchi, consigliere comunale a Bergamo.

 

L’iniziativa di Arcigay Bergamo si accompagna ad altre iniziative che altre associazioni Lgbt stanno conducendo nelle scuole, sembra una sorta di “rappresaglia” arcobaleno dopo il naufragio del ddl Zan, che ne pensa?

«Sicuramente è stata una reazione. Si stanno scatenando anche per questo motivo, dopo lo stop del ddl Zan le varie associazioni arcobaleno si sono scatenate nelle scuole, dove proprio il ddl Zan prevedeva lo svolgimento di una serie di attività improntate alla loro ideologia. Quindi anche qua a Bergamo stanno arrivando segnalazioni di gente preoccupata in tal senso, per questo aumento dell’intensità del fenomeno».

Abbiamo inoltre notato che il post è stato prontamente rimosso da Facebook, secondo Lei, perché?

«Il motivo per cui questo post è stato rimosso non lo so precisamente, speriamo che le attività siano state interrotte, però mi viene da pensare che forse sia dipeso anche dalla parola “omocausto” presente nel programma sbandierato da Arcygay, abbastanza forte e assolutamente offensiva verso una determinata categoria, forse anche questo li avrà condizionati»

Pensa che la rimozione del post sia stata dovuta anche a proteste da parte dei genitori della scuola? Le risulta che qualcuno di loro si sia fatto sentire?

«Questo non lo so, la notizia sicuramente è rimbalzata e ha creato legittime preoccupazioni»

Peraltro nel programma previsto da Arcigay, ci sono frasi molto ambigue tipo “buone prassi per la sicurezza in ambito sessuale”. Usare espressioni così generiche è un modus operandi messo in atto di proposito?

«Premesso che qui non si specifica di proposito cosa si intende per buone prassi. Normalmente per “buone prassi” si intendono metodi abortivi, piuttosto che sicurezza nei rapporti tra uomo e donna e tra eventuali altri orientamenti, andando a sdoganare determinate pratiche, facendole percepire come normali e buone. Anche nel ddl Zan si insiste su questi punti per emancipare l’omosessualismo nella società e avrebbe anche incoraggiato lo scatenamento degli istinti rispetto alla ragione».

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