Un’ insegnante di sostegno, Rachel Rooney, autrice di libri per bambini, ha avuto il coraggio di opporsi alla deriva gender che si sta tentando in tutti i modi di far prendere al mondo dell’infanzia, scrivendo il libro «My Body is Me» (Il mio corpo sono io). Come si intuisce già dal titolo, il volume ha lo scopo di aiutare i bambini ad accettare il proprio corpo, così com’è e si pone l’ambizioso e ammirevole obiettivo di contrastare tutta quella narrativa, purtroppo anche per l’infanzia, che promuove l’ideologia gender.
Ovviamente il tentativo di Rooney non poteva passare inosservato, infatti, Pink News, un webmagazine tutto dedicato alla lobby LGBT, ha riportato un twitt ad arte in cui una donna accusa l’autrice del libro di fare «propaganda terroristica».
Ma in realtà, la preoccupazione che ha mosso Rooney è tangibile e reale. La teoria gender insegna che non si è il proprio corpo, ovvero che l’individuo non è un unicum di corpo anima e psiche ma che il proprio corpo può essere soggetto anche alla tirannia della mente che può decidere di farne ciò che vuole. Tutto questo, paradossalmente può portare con molta più facilità ad una non accettazione del dato della carne. E Rooney denuncia che a tutto questo sono particolarmente esposti i bambini autistici, a cui viene inculcato, addirittura, che la ragione per cui possono sentirsi confusi è che sarebbero nati nel corpo sbagliato. Le conseguenze nefaste su soggetti con un rapporto così particolare e diverso con la realtà sono facilmente intuibili.
Il libro è ora distribuito da Web Transgender Trend, un sito che è costituito da una sorta di gruppo di auto aiuto formato da genitori preoccupati per la tendenza che si va sempre più affermando nei bambini, adeguatamente indottrinati, a seguire la teoria gender. La buona notizia è che sta avendo tanto successo da aver venduto in pochissimo tempo centinaia di copie, segno che il problema è sentito e soprattutto reale
di Manuela Antonacci