La vicenda dell’Istituto Universitario Europeo di Fiesole, che vuole eliminare il Natale nell’ambito della sua comunità accademica, per sostituirlo con una non ben precisata «festa dell’uguaglianza etnica», non ha mancato di suscitare vivaci reazioni nel mondo politico. La maggioranza di centrodestra appare compatta nel prendere le distanze dalla decisione del presidente dell’ateneo Renaud Dehousse, così come alcuni esponenti di Italia Viva, che di centrodestra sicuramente non è.
Ancora più netta, la presa di posizione del sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi. Seppur al centro di polemiche e di un’indagine – per altri motivi – in questi giorni, Pro Vita & Famiglia lo ha raggiunto telefonicamente. Sgarbi ha definito senza mezze misure la decisione dell’Istituto come «una delle idiozie del nostro tempo». Il Natale, osserva Sgarbi, «non è una questione religiosa, è una questione di tradizioni, di cultura, di civiltà, di pittura». Ci va giù duro il sottosegretario: «Sono dei poveretti… dovrebbero chiudere le università che fanno cose di questo genere».
Facciamo notare a Sgarbi che non è la prima volta che qualche scuola o ateneo sposa una linea così laicista nei confronti delle feste cristiane e gli chiediamo se la politica non possa prendere esempio e assumere decisioni simili. «Non con questo governo e non una politica che abbia un minimo di consapevolezza del rapporto con gli elettori e con le tradizioni. Escludo che questa idea di quattro falsi intellettuali possa avere qualche effetto sul governo».
Rispetto all’ideologia woke che prende piede negli atenei italiani, Sgarbi non ha dubbi: il popolo esprime un «sentire diverso» che «va dalla parte del Natale». È chiaro, aggiunge, che «si tratta di un’azione di un’élite nichilistica e volta alla distruzione senza però nessun obiettivo che non sia negativo», conclude lapidario il sottosegretario alla Cultura.
Come si diceva, inoltre, anche altri esponenti del mondo politico si sono espressi in merito, come Gabriele Toccafondi, di Italia Viva, che ha infatti affermato tramite gli organi di stampa che «non è eliminando la nostra storia, cultura, la nostra fede, ciò che ci distingue, che si crea rispetto». Si è poi detto «sorpreso dalla decisione del Presidente dell’Istituto Universitario Europeo di Fiesole di cambiare nome al Natale» il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un post su X (Twitter). «Noi – ha precisato - siamo fieri del rispetto delle nostre radici cristiane, l’Europa è basata su questo. Non è un caso che l’Italia aveva scelto la Badia Fiesolana come sede dell’Istituto».