In Svezia necrofilia e incesto sembrano non essere un tabù. O, almeno, non lo sono per i giovani del Partito Liberale, che hanno approvato una mozione con cui ne chiedono la legalizzazione.
Cliccando su questi links si possono leggere alcuni articoli della stampa svedese in proposito.
Paese che vai, usanze che trovi”, dicevano i nostri nonni. Sì, questo era tutto vero e – più o meno – pacifico fino a qualche anno fa, dove le differenze tra popoli si limitavano al modo di salutarsi, di vestire o di mangiare... e poco altro.
Al giorno d’oggi, invece, i rischi che si corrono spostandosi da un Paese a un altro sono di ben altro tenore. Se ci si sposta in Svezia, giusto per rimanere in tema, bisogna aver compiuto i diciott’anni per poter votare e i vent’anni per poter comprare alcolici, ma – ah, i paradossi! – già a dodici anni si può scegliere di cambiare sesso e fin dalla scuola dell’infanzia si può essere educati ad essere gender neutral. Come dire: non sei capace di capire chi votare e quanto bere, ma puoi benissimo scegliere come essere (almeno in apparenza, dato che la natura ha già scelto fin dal principio per ognuno di noi).
Ma questi rischi, fatto non di secondaria importanza, sono sempre meno ‘nazionali’ e sempre più globali. Nella società contemporanea, infatti, dove i confini sono sempre più labili, le probabilità di essere ‘contaminati’ dalle nuove (macabre) trovate dei cittadini di qualche altro Stato sono ancora più elevate. E nessuno può più ragionevolmente affermare: “Da noi, in Italia, tutto questo non succederà mai!”. Basta guardare alla questione del matrimonio gay e delle relative adozioni: perché noi non dovremmo approvarli? In fondo, li hanno tutti, manchiamo solo noi... Et voilà: ecco in discussione il ddl Cirinnà!
Ecco quindi che occorre vigilare, perché se si secende sul piano inclinato del relativismo e del falso progresso è poi difficile risalire.
Redazione