19/03/2021 di Luca Marcolivio

Neolingua UE. Baldassarre (Lega): «Un mondo senza “madre” e “padre” si tinge di nero»

Non è la prima volta che l’Unione Europea propone un manuale di “neolingua” politicamente corretta. Quello denunciato nei giorni scorsi dall’eurodeputata Simona Baldassarre (Lega) è l’ennesimo tentativo di “rieducazione lessicale”, che indirizzandosi agli europarlamentari e ai funzionari di Bruxelles e Strasburgo, suggerisce la sostituzione di terminologie apparentemente sconvenienti o, al limite vetuste, con altre, ritenute più socialmente accettabili e adeguate ai tempi. Oltre all’ormai scontato “genitore” in luogo di “madre” e “padre”, il glossario caricato sull’Intranet dell’Europarlamento, avanza ulteriori artifici come, ad esempio, “transizione di genere” al posto del più brutale e diretto “cambio di sesso”. Una rivoluzione glottologica, portata avanti in modo discreto e – almeno in apparenza – senza imporre nulla. Eppure, iniziative così sofisticate ed elitarie, con l’effetto della goccia che scava la roccia, rischiano di manipolare inesorabilmente non solo il linguaggio ma anche le menti. A sostenerlo è la stessa onorevole Baldassarre, che raggiunta telefonicamente da Pro Vita & Famiglia, promette battaglia a difesa di principi di civiltà, ritenuti sostanziali e non soltanto nominali.

 

Onorevole Baldassarre, siamo di fronte all’ennesimo tentativo di manipolazione del linguaggio di marca UE?

«Di questo glossario disponibile nell’intranet del Parlamento Europeo, me ne sono accorta la scorsa settimana. È un “linguaggio sensibile” che viene consigliato ai dipendenti, ai deputati, ai politici, ai funzionari dell’Europarlamento. Nella prima sezione del glossario, si parla di disabilità e in questo ambito, da medico e da credente, posso essere d’accordo che si debba essere rispettosi. Forse un’espressione come “acondroplasia” – riferita alle persone affette da nanismo – può apparire fin troppo specialistica, ma riguardando persone disabili, può esserne anche comprensibile l’utilizzo».

Qual è invece, la parte inaccettabile di questo “linguaggio sensibile”?

«Stupisce la parte dedicata al mondo lgbt. È evidente che c’è un disegno in atto, un indottrinamento, un tentativo ideologico di imporre un modello unico di società e di famiglia. Ciò che balza all’occhio sono le parole segnalate come da evitare e quelle, invece, da preferire. L’espressione “genitore” al posto di “madre” e “padre”, ovviamente, apre la strada a “genitore 1” e “genitore 2”. Invece di “sesso biologico”, suggeriscono “sesso assegnato alla nascita”. Andrebbe evitato “cambio di sesso”: meglio “transizione di genere”. Invece di “matrimonio gay”, si direbbe “matrimonio egualitario”. “Utero in affitto” non viene neanche menzionato tra le parole da evitare, eppure, per questa abominevole pratica, come parola da preferire, viene suggerito l’uso di “maternità surrogata” e “gestazione per altri”. Sono tutte indicazioni che tendono a plagiare le menti. In questo modo, si sta negando la realtà, di questo passo arriveremo a dire che due occhi azzurri sono marroni… Tutto questo rivela il volto ideologico dell’Europa, il tentativo di portare avanti il modello della “rana bollita”. Un indottrinamento soft, graduale, un processo lento ma irreversibile e inesorabile, con cui a poco a poco si cambiano le parole e se ne rovesciano i significati. Lo scopo dell’introduzione di questa neolingua è quello di cambiare le idee della gente, il modo di pensare».

Ovviamente, nel contesto del Parlamento Europeo, lei continuerà a utilizzare pubblicamente e liberamente le parole “madre” e “padre…

«Io penso che un mondo senza le parole madre e padre è un mondo che si tinge di nero. Non rinunciamo ai nostri principi, ai nostri valori, alla nostra idea di famiglia naturale, al diritto di ogni bambino ad avere una mamma e un papà e non un genitore 1 e genitore 2».

In che modo si potrà contrastare questa iniziativa?

«Innanzitutto, ho denunciato questa cosa perché se n’è diffusa la voce. Appena trovata questa notizia, ho ritenuto che la gente dovesse sapere, ora vedo che ne hanno parlato i giornali, le tv. Intanto mettiamo in guardia le persone. Diciamo: state attenti, perché “dall’alto” cercano di abituarvi a un nuovo modo di vedere la vita, di vedere la famiglia e di vedere la società. È un modello di pensiero unico. Dobbiamo reagire e combattere portando avanti i nostri valori. Sicuramente valuteremo come portare avanti la discussione su questo punto. Non ci fermiamo, sono battaglie che vanno portate avanti sotto tutti i profili. Tutto questo è importante, è la nostra missione. Stiamo valutando quali strumenti utilizzare per modificare almeno in parte questo glossario. La cosa che spaventa di più, comunque, è che in tempo di pandemia, di questioni legate ai vaccini, con gli italiani in crisi e la gente che non sa dove andare a sbattere a causa della crisi economica, ci sia gente che pensa alla neolingua».

 

 

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