Alle ipotesi di matrimonio gay ci sono Stati che rispondono picche.
“Il matrimonio è un’unione esclusiva fra un uomo e una donna. La Repubblica Slovacca protegge il matrimonio sotto tutti gli aspetti e ne promuove la prosperità.” Questo il passaggio inserito nella Carta fondamentale della Slovacchia dal Parlamento il 4 giugno 2014 -ma entrato in vigore il 1 settembre-, con una maggioranza di gran lunga superiore a quella necessaria per le modifiche costituzionali (102 voti a favore, 18 contrari e 3 astenuti).
Qualora qualcuno proponesse oggi l’introduzione dell’istituto del matrimonio gay, la legge non potrebbe esser approvata.
Secondo Jean Figel -dichiarazioni riportate da Tempi-, leader del partito cristiano democratico KDH, vicepresidente del Parlamento e promotore della modifica costituzionale, “i privilegi e i diritti concessi a chi si sposa continueranno a essere riservati solo alla famiglia, che si assume il dovere di educare i figli all’interno dell’unione fra uomo e donna.”
Questa netta virata contro il matrimonio gay troverebbe, stando ai sondaggi, un amplissimo consenso da parte della cittadinanza: “Stando alle ultime rilevazioni risulta che l’86% degli Slovacchi è favorevole alla protezione costituzionale del matrimonio”, continua Figel, “un dato che ha avuto un forte impatto sui partiti.”
Ciò ha comportato -come i numeri in Parlamento hanno dimostrato- un’identità di intenti tra il movimento KDH e le forze liberali al Governo.
In questi termini la Slovacchia è fiera di aver invertito il corso cominciato dalla Francia e dalla Gran Bretagna in materia di matrimonio gay ed altre istanze provenienti dal mondo LGBT, perchè -chiude Figel- “cio che è bene per la famiglia lo è anche per l’intera società, per lo Stato e anche per l’Europa, che dovrebbe rinnovare e rafforzare il suo rispetto per i valori della società umana fondamentale, a partire dalla famiglia naturale.”
Una bella notizia, quindi, ci giunge dal cuore della vecchia Europa!
Proprio Slovacchia, Ungheria, Repubblica Ceca e Cipro -Stati promotori di questa inversione di tendenza rispetto ai desiderata delle lobby LGBT, partendo proprio da un secco no al matrimonio gay , sono le Nazioni che maggiormente si stanno adoperando per il ritiro delle sanzioni contro la Russia: interessi economici a parte -aspetto che dovrebbe ben più interessare a Germania, Francia ed Italia- di fondo si rileva anche una vera consonanza di valori tra questi Stati e la politica di Putin.
Marika Poletti