È un “razzista”, un “sessista”, un “omofobo”, un “misogino”, e ovviamente è un “cattolico medievale”: ecco la presentazione mediatica del nuovo presidente del Brasile Jair Bolsonaro. Le avete mai sentite queste accuse? Sì, ogni volta che qualcuno non è allineato col pensiero unico viene subito apostrofato così. E anche stavolta la stampa e i media non si sono comportati diversamente.
Sono toccati questi insulti anche a lui, che con il suo arrivo ha chiuso tutta una serie di stagioni dominate da governi di sinistra. Sotto Bolsonaro, il Brasile passerà sicuramente dall’essere un promotore della cultura di morte ad essere un difensore della cultura della vita. È il famoso effetto Trump quello a cui stiamo assistendo, ossia è il frutto del vento di cambiamento che sta soffiando in tutto il mondo da quando Donald è entrato nella Casa Bianca.
Di fronte a questa realtà, i media di tutto il mondo hanno tentato di etichettare il signor Bolsonaro come un estremista. Eppure di “neo-nazista” questo presidente non ha nulla. Il “Trump brasiliano” come lo chiamano, entrò in politica quando si ritirò dall’esercito, diventando un deputato federale nel 1990. Nel 2011 Bolsonaro è stato tra i più abili a denunciare quello che è noto come il “kit gay”, una serie di materiali sessuali per bambini di 6 anni, progettati dall’allora Ministro della Pubblica Istruzione Fernando Haddad (poi candidato alla presidenza), membro del Partito dei Lavoratori.
Ha sempre condannato inoltre la distruzione della famiglia attraverso l’ideologia di genere e la sessualizzazione precoce, la difesa e promozione della criminalità organizzata come stile di vita di fatto accettato, la promozione dell’aborto. Ma vi stupirà: ha avuto il sostegno di molti omosessuali, nonostante sia un difensore delle radici della civiltà occidentale cristiana e un anti-gender convinto.
Dunque, diciamolo noi senza aspettare che i media lo assolvano da certi pregiudizi (anche perché questo non avverrà mai): Bolsonaro non è razzista, misogino, omofobo o fascista, è un presidente brasiliano, eletto democraticamente, che lavora per una società dove la vita sia al centro e non la morte (una società che piace al popolo evidentemente).
Marta Moriconi