Si celebra oggi, 15 ottobre, in tutto il mondo Giornata dedicata alla consapevolezza sulla perdita durante la gravidanza e dopo la nascita, il Baby Loss Awareness Day, ovvero la Giornata del lutto perinatale.
Un ricorrenza non solo simbolica, ma che riguarda un reale problema - un dramma - che colpisce tantissime persone e che viene ricordata ufficialmente in oltre 50 Paesi in tutto il mondo non solo dalle stesse istituzioni ma anche da associazioni di cittadini e di pazienti, da ricercatori, medici e ostetriche. È nata negli anni ottanta del secolo scorso dal basso, da un gruppo di famiglie in lutto degli Stati Uniti, per poi diffondersi anno dopo anno nel resto del mondo.
I dati più recenti che abbiamo a disposizione sono quelli di un rapporto Euro Peristat del 2022, che ha rivelato come in Italia nel 2019 il tasso di natimortalità (cioè il rapporto tra il numero di nati morti e il totale dei nati vivi e morti) e quello di mortalità neonatale (cioè il rapporto tra il numero di neonati morti entro i 28 giorni dalla nascita e il totale dei nati vivi) siano inferiori alla media europea. La natimortalità, appunto, nel 2019 era pari a 2,7 nati morti ogni 1000 nati a partire da 24 settimane di gravidanza in Italia, contro 3,2 della media europea (dall’1,8 dell’Estonia al 4,7/1000 di Cipro). Dal 2015 al 2019 il tasso nel nostro Paese è sceso da 3,0 a 2,7 morti per 1000 nati e a livello europeo il decremento complessivo è stato contenuto ed è stimato pari a una riduzione di un punto percentuale annuo. La mortalità infantile in Italia, invece, nel 2019 era pari a 2,6 morti nel primo anno di vita ogni 1000 nati vivi, rispetto a 3,1 del 2015.
Di base, dunque, i numeri indicano certamente un miglioramento, ma rimangono ancora tante - le donne e le famiglie che sperimentano un lutto perinatale nel corso della loro vita. Ecco perché come Pro Vita & Famiglia onlus continueremo non solo a celebrare questa Giornata per sottolineare sempre l’importanza di fare qualcosa e di aiutare donne e famiglie difronte a questo dramma, ma anche a proseguire la nostra azione quotidiana, durante tutto l’anno, per sensibilizzare sul tema. Vogliamo infatti dare sempre, ogni giorno, voce a tutte quelle mamme e papà che accanto al dolore di non aver potuto abbracciare i propri figli vivi alla nascita, hanno in alcuni casi vissuto anche l’ingiustizia di vedere il proprio dolore sminuito, e di non aver saputo in tempo di poter dare dignitoso seppellimento a questo figlio amato perduto. Come ha più volte dichiarato in passato Maria Rachele Ruiu, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus, «ci chiediamo infatti perché aggiungere dolore al dolore. La legge è molto chiara: i genitori possono richiedere le spoglie del bambino non nato sempre, anche se il cuore smette di battere nelle primissime settimane di gestazione, così come quando i bimbi muoiono tra la 22esima e la 28esima settimana gli ospedali sono obbligati a seppellirli. Perché allora le pratiche per la richiesta di seppellimento sono ancora tortuose e dolorose e le prassi non dignitose, quando addirittura gli ospedali si rifiutano di attivarle?».
Pro Vita & Famiglia onlus, a tal proposito, è da sempre in campo e si batte per chiedere «che ogni struttura sanitaria sia adeguatamente attrezzata per offrire alle famiglie che affrontano questo dolore la possibilità di seppellire il figlio senza tortuosi percorsi burocratici e che nel counseling e nel consenso informato che precede operazione o parto ci sia un’informativa chiara e esauriente sulla possibilità per i genitori di chiedere le spoglie del proprio figlio per seppellirlo in ogni momento della gravidanza, così come da legge».