01/08/2024 di Giuliano Guzzo

Olimpiadi. Ecco perché il Cio può sanzionare gli organizzatori francesi

Ci sono cose sulle quali proprio non si può lasciare correre. Tra queste, c’è sicuramente l’oscena “parodia” dell’Ultima Cena, vista da tutto il mondo durante la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Parigi 2024 in corso in questi giorni. Perché sì, è vero, sul tema si sono espressi in tanti anche ovviamente in casa cattolica – dall’episcopato francese al cardinale Gerhard Ludwig Müller, fino a monsignor Stefan Oster, vescovo tedesco responsabile della pastorale per lo sport -, ma è bene che si faccia qualcosa affinché un simile episodio non abbia a ripetersi. 

LA FEDE NON E' UN GIOCO! IL CIO SANZIONI GLI ORGANIZZATORI DELLE OLIMPIADI - FIRMA QUI LA PETIZIONE!

Nello specifico, sarebbe il minimo – come richiede una petizione di Pro Vita & Famiglia – che il Comitato Olimpico Internazionale (il Cio) sanzioni il Comitato Francese, responsabile dell’organizzazione di Parigi 2024, che non può sperare di cavarsela con le scuse già rese, ma anche con la paradossale giustificazione che non si trattava dell’Ultima Cena ma di degli dei pagani Dioniso & Co. La beffa delle finte scuse, infatti, è arrivata con le dichiarazioni del  responsabile artistico della cerimonia di apertura (e attivista Lgbtqia+), Thomas Jolly, che ha maldestramente cercato di camuffare da “espressione artistica” un baccanale osceno e dissacrante.

Lo si dice nella piena consapevolezza che gli estremi per una sanzione ci sono tutti, alla luce di quanto esplicitamente prevedono la Carta Olimpica e il Codice Etico, anche in relazione agli eventi culturali e le cerimonie organizzate in occasione dei Giochi.

Nello specifico, infatti, la Carta Olimpica chiede garanzie di assenza di «discriminazioni di alcun tipo, quali etnia, colore, sesso, orientamento sessuale, lingua, religione, opinioni politiche o di altro genere», chiede inoltre neutralità politica ed afferma, giustamente, che «non è permessa alcun tipo di manifestazione o propaganda politica, religiosa o razziale in nessun sito, luogo o altra area olimpica». In più il Codice Etico prevede il «rispetto del principio di universalità e neutralità politica del Movimento Olimpico», nonché il «rigetto di ogni forma di discriminazione, sia essa basata su razza, colore, sesso, orientamento sessuale, lingua, religione, opinioni politiche o di altro tipo».

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Le sanzioni da parte del Comitato Olimpico Internazionale, dunque, sarebbero più che motivate se pensiamo a quella disgustosa “parodia”, con uomini travestiti da caproni, figure infernali, drag queen e transessuali semi-nudi impegnati in danze sessuali, una donna nelle vesti di Gesù Cristo, e perfino una piccola bambina! Il tutto condito e aggravato dal fatto che è stato fatto sul palcoscenico della manifestazione sportiva più importante al mondo, per – appunto – veicolare un messaggio di odio che offende miliardi di cristiani, nonché ingiustificabili riferimenti che mettono a rischio l’innocenza dei più  giovani!

Sappiamo che su questo versante si sta muovendo - ed è certamente confortante - anche la politica europea, in particolare con il neo europarlamentare Paolo Inselvini di Fratelli d’Italia (Ecr) che ha chiesto alla Commissione come «garantirà il rispetto della libertà religiosa durante il proseguimento delle Olimpiadi» e «quali misure adotterà per evitare simili situazioni in futuro». Per Inselvini e per il capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento Europeo, Carlo Fidanza, «l’Ultima Cena interpretata da drag queen sono un vero e proprio insulto alla dignità e alla libertà religiosa di oltre 2 miliardi di cristiani nel mondo e dei circa 328 milioni di cittadini dell’Ue di fede cristiana». Parole estremamente condivisibili, che però è bene siano seguite dai fatti; nel senso che va benissimo che la politica europea faccia la sua parte, ma solo se il Cio si muoverà dando seguito all’indignazione dei cristiani, quessarà servita a qualcosa.

Diversamente, rischia di passare – anzi di radicarsi, viene purtroppo da dire – un principio molto pericoloso: quello per cui, nell’era contro le discriminazioni, esistono discriminazioni che si possono ancora tollerare. Il che, in parte, è purtroppo talmente vero da essere stato osservato, per la verità da oltre 20 anni, da sociologi che hanno registrato come l’anticristianesimo, in particolare l’anticattolicesimo, sia oggi l’ultimo pregiudizio accettabile; paradossale, se si pensa che, per esempio, il motto per i Giochi Olimpici è opera di un frate domenicano…e che quindi anche i Giochi Olimpici, come praticamente tutto in Occidente, debbono tantissimo al Cristianesimo.

Il punto però è che nessuna fede, tanto meno cristiana, è un gioco – per riprendere un efficace slogan che sta circolando in questi giorni - e pertanto il rispetto della sensibilità religiosa non è una possibilità bensì un dovere; e come tutti i doveri, quando viene trasgredito è giusto che scatti una sanzione.

 

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