15/07/2016

Omofobia: per Superquark è la stessa malattia dei nazisti

Alla base dell’omofobia ci sono le stesse molle che aizzavano i nazisti a compiere i loro delitti.

Queste sono le testuali parole del prof. Emmanuele Jannini, specialista in endocrinologia, malattie metaboliche e andrologia, nonché promotore e coordinatore del primo corso di laurea in sessuologia in Italia.

Intervistato da Piero Angela nella notissima trasmissione Superquark, il medico ha voluto specificare che l’omosessualità no, non è una malattia, mentre l’omofobia sì. E, non accontentandosi di questo, ha precisato che si tratta dello stesso morbo che affliggeva i nazisti. In pratica, tutto risiederebbe nella fragilità psicologica.

Non è neanche tanto originale la questione dell’omofobia come malattia: rientra in un preciso progetto di ingegneria sociale. Basta rileggere quello che abbiamo scritto qui, qui, e qui.

Non sappiamo se il signore in questione (e Piero Angela che lo ospita) sia pagato da qualcuno per dire ciò che ha detto, oppure se è solo un solerte e obbediente esecutore dell’agenda della lobby LGBT. A prescindere dalle intenzioni, però, è davvero molto grave che in prima serata la Rai, pagata coi soldi di tutti noi, faccia della subdola propaganda omosessualista. Di fatto, paragonare i presunti omofobi ai nazisti è un vero incitamento all’odio. 

L’omofobia, per Jannini sarebbe il rifiuto, la paura nei confronti del diverso, di chi è “fuori norma” e segue regole di comportamento diverse dalle nostre. Ma questo è un ribaltamento della realtà. È, per l’appunto, propaganda, menzogna allo stato puro. La “scienza” viene piegata all’ideologia, un po’ come faceva un certo dottor Mengele, lui sì, gran nazista...

Sappiamo bene infatti che per la lobby LGBT (e per la neolingua di stampo orwelliano) basta poco per essere omofobi: è sufficiente ad esempio affermare e credere fermamente che il matrimonio può essere solo tra uomo e donna, o che i bambini hanno bisogno di

Ernst_Röhm_omosessuali_nazismo
PS: A proposito di Nazismo, omofobia e omosessualità, poi c’è tanto da leggere e da studiare. Sapete chi era Ernst Röhm? Restate sintonizzati su questo portale domani mattina...

una mamma e un papà, o ancora che la pratica omosessuale è peccato (come innumerevoli altre pratiche del resto). Pensare ciò e attenersi a tali principi può mai essere minimamente paragonato a chi mandava nei lager ebrei, portatori di handicap e così via? Significa forse nutrire odio? Avere paura? O essere fragili nella propria identità? In giro vediamo forse torme di para-nazisti a caccia di omosessuali?

Alla fine, l’esimio “esperto” conclude ricordando che l’unica soluzione per prevenire l’omofobia è l’educazione. Ergo, seguendo il modo di pensare oggi diffuso e sposato pure dal nostro governo, ne deduciamo che per educazione debba intendersi indottrinamento gender a scuola, lavaggio del cervello ed epurazione di quanti non accettano di dare in pasto ai circoli LGBT alunni e figli, proprio come il Ministero sta cercando di fare.

Se non reagiamo, tra qualche anno chi difende il diritto naturale farà davvero la fine dei nazisti (veri): un bel processo, come a Norimberga (se siamo ottimisti), condanne a morte e galera. Oppure chiuso in qualche clinica psichiatrica per essere rieducato, come amavano fare i sovietici con gli oppositori politici. Di fronte al totalitarismo arcobaleno, non v’è altra strada se non la resistenza. 

Federico Catani

 


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