Cacciato via dalla porta il ddl Zan prova a rientrare surrettiziamente dalla finestra ma c’è chi non ci sta. Tra i senatori di maggioranza che si oppongono all’emendamento 1294 del disegno di legge sulle infrastrutture, che oggi sarà votato a Palazzo Madama, c’è sicuramente Simone Pillon. Il parlamentare leghista ha concordato con il suo capogruppo in Senato, Massimiliano Romeo, di non votare la fiducia.
Per il ddl sulle infrastrutture il governo ha chiesto la fiducia. L’emendamento in questione, tuttavia, impone il divieto «sulle strade e sui veicoli qualsiasi forma di pubblicità il cui contenuto proponga messaggi sessisti o stereotipi di genere offensivi o messaggi lesivi del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, del credo religioso, dell’appartenenza etnica oppure discriminatori con riferimento all’orientamento sessuale, all’identità di genere». Un escamotage inaccettabile per Pro Vita & Famiglia che, da anni porta avanti petizioni (l’ultima delle quali è proprio contro l’emendamento 1294) campagne di sensibilizzazione contro l’ideologia del gender ma anche per un parlamentare come il senatore Pillon, che si è sempre battuto per la famiglia naturale, per la libertà di espressione ed educativa.
«Ho pubblicamente sostenuto le campagne di manifesti e camion vela portate coraggiosamente avanti da Pro Vita & Famiglia per sensibilizzare l’opinione pubblica su temi taciuti dai media ufficiali, come ad esempio i pericoli dell’aborto, del suicidio assistito o dell’indottrinamento gender», ci ha dichiarato Pillon, a pochi minuti dal voto.
«Trovo pertanto assurdo che il governo imponga la fiducia su un emendamento che vieterà di fatto qualsiasi campagna pubblicitaria a difesa della vita o della famiglia naturale ma anche contro l’immigrazione clandestina o il terrorismo islamico. Qualcuno, nonostante la sconfitta sul ddl Zan, si ostina a voler imbavagliare gli italiani. Non lo posso accettare. Per queste ragioni – conferma il senatore leghista – io personalmente non voterò la fiducia a questo provvedimento».
La decisione di Simone Pillon, perfettamente coerente con la storia e con i valori del senatore leghista, non è di poco conto, in quanto rivela le crepe presenti all’interno della maggioranza su vari fronti, non ultimo quello dei temi etici. Se poi altri parlamentari della Lega o di Forza Italia avranno la forza prendere le distanze da un provvedimento che si presume vada contro la loro coscienza, è tutto da vedere. Da coloro che, la settimana scorsa, hanno compattamente votato contro il ddl Zan, ci si aspetterebbe però un minimo di coraggio. Di fronte a un principio come la libertà di espressione, non dovrebbe esserci voto di fiducia che tenga.