Nasciamo uomini e donne. Poi, per motivi multifattoriali, alcune persone (... ma non così tante come vogliono farci credere) sviluppano tendenze omosessuali. Tendenze, appunto: non esistono “persone omosessuali”, esistono persone che sviluppano questa tendenza. Se poi questa assume un connotato impegnato, si parla di “gay”, ma questo è un altro discorso.
Omosessuali, dunque, si potrebbe dire che “si diventa”. Ma, attenzione, meglio non affermarlo pubblicamente, pena gli attacchi della Gaystapo e del mondo del political correct. È questo quanto è successo a un medico di base di Savona, il dott. Fabio Vaccaro, finito al centro della bufera.
Riporta AdnKronos: «“Luca era gay ma un giorno accade qualcosa, rientra in se stesso e decide di intraprendere un percorso di conversione, su base psicologica e religiosa, che lo porta a riappropriarsi della sua mascolinità ed eterosessualità”. È quanto scritto nero su bianco su un manifesto affisso in uno studio medico di Savona e finito nel mirino dell’Arcigay locale. Un brano tratto dal volume di Luca Di Tolve ‘Ero gay’ accompagnato da una didascalia che suggerisce di rivolgersi alla comunità terapeutica di Brescia, Lot, per ‘guarire’ dall’omosessualità».
Venuti a conoscenza della cosa, i capoccia di Arcigay Savona hanno fatto un esposto all’Ordine dei Medici, affinché prendessero provvedimenti contro il dott. Vaccaro, reo di considerare l’omosessualità una tendenza dalla quale è possibile guarire. Non avendo tuttavia ricevuto alcuna risposta dal 20 dicembre a questa parte, il circolo di Arcigay ha deciso di rendere la notizia pubblica e subito il presidente dell’Ordine dei Medici di Savona ha fatto pervenire ad Adnkronos la sua (scontata) dichiarazione: «L’Ordine non fa alcuna discriminazione tra i pazienti. L’esposto verrà esaminato a breve dal Consiglio <che> deciderà se aprire o meno un procedimento disciplinare nei confronti del collega».
Insomma, come successo per la dottoressa Silvana de Mari, la scure Lgbt scende implacabile su chi dice “pane al pane e vino al vino”. Il fatto che le tendenze omosessuali non siano un dato imprescindibile della persona, infatti, è evidente dalle tante persone che hanno deciso di lavorare su se stessi e si sono poi “riscoperti” (ma dai!?!) felicemente eterosessuali: il caso di Luca di Tolve citato dal medico di Savona è forse il più noto in Italia, ma sono veramente tante le testimonianze in tal senso, basta fare una veloce ricerca in rete. Questo perché le terapie riparative non solo esistono (qui un articolo su Joseph Nicolosi), ma funzionano anche... e hanno veramente a cuore il bene delle persone.
Redazione
Fonte: AdnKronos
per un’informazione veritiera sulle conseguenze fisiche e psichiche dell’ aborto