01/05/2016

Omosessualismo. Chi fa propaganda viene premiato

Lavori nei media e ti sei distinto per aver valorizzato l’omosessualismopromosso l’ideologia gender, o aver dimostrato apertura nei confronti di diversi tipi di famiglie (sic!)? Potresti essere premiato!

La nuova trovata va sotto il nome di Diversity Media Award e verrà assegnato il prossimo 23 maggio presso il famoso Unicredit Pavilion di Milano a coloro che si sono distinti nel promuovere e diffondere i modelli sociali e culturali gay friendly.

Nel mare magnum dei programmi televisivi, radiofonici, spot pubblicitari e film per il cinema e per la tv, sono selezionati – da nove centri di ricerca e da 42 ricercatori – i 200 prodotti mediatici più abili nella propaganda dell’omosessualismo, sui quali il pubblico della rete dovrà esprimersi per scegliere il migliore fra tutti.

Il progetto ha ottenuto il patrocinio niente meno che della Commissione Europea, del Consolato degli Stati Uniti d’America e dei Comuni di Milano, Roma e Alba, incassando inoltre, altrettante importanti partnership con Google, Discovery Italia, Twitter e Tiscali.

omosessualismo_Parada Gay São Paulo 2014 - 01Lo scopo dell’evento, si legge sul sito dell’associazione Diversity, che organizza il contest, è quella di “favorire una visione del mondo che consideri la molteplicità come valore e preziosa risorsa per tutti. Le tematiche primarie di cui l’associazione si occupa riguardano i diritti individuali di ogni persona e la lotta contro le forme di discriminazione che ne minano lo sviluppo. Particolare attenzione poniamo nei confronti dei temi relativi all’orientamento affettivo e sessuale, all’identità ed espressione di genere, e alle diverse forme di famiglia”.

In questo senso l’associazione premierà i prodotti mediatici che si sono distinti per aver propagandato efficacemente l’omosessualismo, ponendo attenzione, ovviamente, alla qualità con cui viene veicolato il messaggio e, cosa più importante, quanto lo strumento di comunicazione sia capace di coinvolgere gli spettatori in maniera positiva. Lo scopo quindi è di premiare tutti quei prodotti multimediali che veicolano con successo la cultura gender e i modelli gay-friendly nella comunicazione di massa.

E, scorrendo fra i titoli in gara, non si può fare a meno di notare l’aumento esponenziale di lungometraggi, serie tv, programmi televisivi e radiofonici, che hanno al centro il tema dell’omosessualismo. Una rivoluzione nel mondo della comunicazione che è destinata ad andare avanti e a prendersi sempre più spazio. Mass media (ne parlavamo qui), moda, social network sono infatti i campi dove le lobby LGBT cercano di affermare il proprio modello culturale, diffondendo la cultura gender tra il grande pubblico e le nuove generazioni.

Anastasia Filippi


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