«Sono pronta ad andare in prigione per difendere i diritti delle donne». E’ il commento di J.K. Rowling, la creatrice di Harry Potter, in risposta alla proposta del partito laburista britannico di voler equiparare i cosiddetti “abusi transfobici” (ovvero, in realtà, le opinioni sul gender e sul transgenderismo) addirittura a crimini come l’odio razziale o religioso, che difatti sono puniti in Gran Bretagna con due anni di carcere.
Secondo la scrittrice - e anche secondo noi - il vero abuso liberticida è quello di questa proposta, che rischia così di criminalizzare chiunque, come la popolare scrittrice, non creda alla dottrina dell’autoidentificazione di genere, in base alla quale si potrebbe scegliere il sesso di appartenenza a prescindere dal dato biologico.
«Sarò contenta di farmi due anni - ha scritto J.K. Rowling - se l’alternativa è il linguaggio obbligato e la negazione forzata della realtà e dell’importanza del sesso. Fatevi sotto col processo: sarà più divertente che stare sul tappeto rosso».
L’uscita della madre di Harry Potter è tanto più notevole - come riporta il Corriere della Sera - se si considera che lei è sempre stata una fiera sostenitrice dei laburisti: ma i suoi entusiasmi si sono raffreddati di fronte alle ambiguità della sinistra sul gender.
Ma non è la sola. Tante femministe come lei, infatti, temono che questa indiscriminata apertura al gender e al transgendersimo vada a ledere inesorabilmente i diritti delle donne, discriminandole. La stessa Rowling è stata infatti appoggiata da tantissimi utenti sui social, molte donne hanno commentato il suo post anche scrivendo: «Ci vediamo lì, Jo!» , ovvero in prigione, ribadendo appoggio alla sua causa e che sarebbero pronte a comportarsi come la nota scrittrice.
Fonte: Corriere della Sera