La scure ideologica colpisce ancora e stavolta arriva dritta su una celebre pellicola che ha fatto sognare le vecchie generazioni: parliamo del film “Grease” con John Travolta e Olivia Newton-John.
Il putiferio si è scatenata quando la BBC, in occasione del 42esimo anniversario dall'uscita del film nelle sale, ha deciso di riproporlo in prima serata, sul piccolo schermo. Di lì è partita la reazione inaspettata degli spettatori che, probabilmente, non tenendo affatto conto del contesto socio-culturale in cui è ambientato il film, ovvero la società degli anni ’50, hanno accusato la pellicola diretta da Randal Kleiser di misoginia, machismo e sessismo.
Insomma, il film è entrato in quel filone di prodotti culturali e cinematografici “condannati a morte” in quanto recanti il marchio del poco politicamente corretto, come già successo con “Via col vento”. E quale sarebbe, nello specifico, il peccato originale di questa pellicola? Innanzitutto il fatto che un’innamoratissima Olivia Newton-John le provi tutte per conquistare il cuore di Danny Zuko, fino a decidere di cambiare se stessa per lui. Mentre, la più classica delle accuse, ovvero quella di “omofobia” ricade sul personaggio di Vince Fontaine, perché nel film invita i ragazzi a evitare coppie dello stesso sesso. Mentre Putzie potrebbe andare ad ingrossare le fila del #Metoo, in quanto è caratterizzato dal vizio di guardare, dal pavimento, sotto le gonne delle studentesse.
Certo è che, di fronte a spettacoli ben peggiori che ci propongono le reti televisive, oggi: dalla violenza più truce declinata in tutte le sue forme, al martellamento ideologico in salsa gender, ci sembra davvero surreale che sia stato preso di mira un film come questo, la cui difesa è affidata al commento della stessa Olivia Newton-John, l’indimenticabile Sandy, che non ha tardato a farsi sentire e al The Guardian ha dichiarato:
“È solo un film. È una storia degli anni Cinquanta, anni in cui le cose erano sensibilmente diverse. Tutti dimenticano che, alla fine, anche lui cambia per lei. Sandy è solo una ragazza che ama un ragazzo, e pensa che se proverà a cambiare, riuscirà nel suo intento. È una cosa abbastanza reale. Le persone lo fanno l'una per l'altra. Grease è solamente una divertente storia d'amore.”
Insomma constatiamo una zelante furia censoria che stranamente non viene esercitata contro quei messaggi, trasmessi dai media, in cui si approvano, anzi si esaltano, cose ben più offensive nei riguardi della donna, come l’utero in affitto o come la legalizzazione della prostituzione e tanti altri messaggi “politically correct” che non fanno che mercificare il corpo della donna, privandola della sua dignità.