Travolti dagli eventi, questa settimana. Tanto da non avere avuto il tempo neanche di commentare sul sito.
Abbiamo cominciato con mercoledì, quando la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale il divieto della fecondazione eterologa. Quello che avevo da dire, qua, nel mio editoriale su Avvenire, “Il legame spezzato”.
E’ stato il primo, vero grande colpo alla legge 40, che aveva resistito per dieci anni a tutti gli attacchi dei vari tribunali, attacchi fatti sempre dallo stesso gruppuscolo di avvocati (sempre gli stessi, i nomi che girano). Adesso non si sa bene quel che succederà, nel senso che finché non saranno depositate le motivazioni della sentenza, non si sa bene come muoversi per attuarla. Se fosse vero quel che ha fatto sapere la Consulta con uno stringatissimo comunicato subito dopo, ci sarebbero un bel po’ di problemi per praticare l’eterologa in Italia. E comunque si dovrà passare per forza per il parlamento, visto il vuoto normativo che si è creato, e nonostante la gran faccia tosta di tanti centri e giuristi e commentatori che hanno letteralmente parlato a vanvera, dicendo di essere in grado di partire subito. Non è vero, è una bugia, e sono loro stessi per primi a saperlo: se non si stabilisce se un bambino nato da eterologa ha diritto o meno a conoscere il genitore genetico, come si fa a fare il consenso informato, e come si possono “raccogliere” i gameti?
Vista la faccenda dell’eterologa, è quasi passato inosservato quanto successo in parlamento, sempre mercoledì. Camera dei Deputati, Commissione Giustizia: sempre “grazie” alla Corte Costituzionale che ha smantellato la Fini-Giovanardi sulla droga, si rischia una legalizzazione strisciante di certe droghe; approvato poi all’unanimità un testo di legge sul cosiddetto divorzio breve, ridotto a un anno il tempo di attesa, che diventa nove mesi (diconsi nove mesi), se non ci sono minori e se c‘è consenso. Stesso giorno, Commissione Giustizia, Senato: vanno avanti legge su omofobia e legge su unioni civili, che chiaramente ha incluso le proposte sul matrimonio omosessuale.
Venerdì mattina abbiamo saputo della prima donna morta in Italia connessa alla RU486, la pillola abortiva, a Torino. E’ il quarantesimo caso nel mondo: finora erano 27 le donne morte dopo aborto chimico, a cui vanno aggiunte altre 12 persone morte dopo aver preso la RU486 per altri scopi, non abortivi. Abbiamo scritto un libro, io e Eugenia Roccella, “La favola dell’aborto facile”, per spiegare di cosa si tratta, quando si parla di aborto chimico, un metodo la cui mortalità è dieci volte maggiore di quella dell’aborto chirurgico, e che viene usato per introdurre l’aborto a domicilio, quello “fai-da-te”, dove l’aborto diventa un atto medico privato, e addio prevenzione. Domani l’autopsia della donna. E poi vedremo quel che succederà, se per esempio in Toscana vorranno ancora dare la RU486 nei consultori.
Oggi abbiamo letto dello scambio di embrioni in un ospedale romano, il Pertini. Pare che una donna aspetti due gemelli non suoi: se così fosse, sembrerebbe una brutta trama di un film di fantascienza, considerato che al momento non si sa neppure di chi sono i bambini, cioè con chi sarebbe stato fatto il presunto scambio. Per saperlo, tutte le coppie che hanno avuto il trasferimento embrionale nello stesso giorno dovrebbero fare l’amniocentesi, o aspettare di partorire per capire chi è figlio di chi. Con enormi problemi giuridici: in Italia i figli, legalmente, sono di chi li partorisce, per esempio, per non parlare del fatto di avere in grembo un figlio non tuo, e di tutte le decisioni che nel frattempo devi prendere per la tua vita e per la gravidanza (per es.: chi decide se fare il cesareo o meno?). Qualche folle parla pure della possibilità di abortire i figli non suoi. Un caso di eterologa involontaria, che però chiarisce bene, e drammaticamente, tutte le contraddizioni di questa pratica. Potremmo dire che è la prima eterologa dopo la sentenza della Corte. Ci torneremo su, purtroppo.
E’ iniziata una nuova era. Siamo precipitati nel Mondo Nuovo, gente, e siamo solo all’inizio. Qualcuno parlerebbe di Mordor, Regno di Sauron.