27/02/2025 di a cura di Don Fortunato Di Noto (Meter)

Pedofilia online. Rapporto Meter: oltre 2 milioni di video e lo shock dei neonati abusati

Un vero e proprio boom: la pedofilia online gode, purtroppo, di ottima salute e continua a prosperare mentre si dibatte di privacy e minori: oltre 2 milioni di video (+220% sul 2023), quasi due milioni di foto e 410 gruppi segnalati sui social network sono solo la punta dell’iceberg del Report 2024 dell’Associazione Meter ETS, presentato quest’oggi nella sede centrale di Avola, in provincia di Siracusa. Parliamo di dati verificati uno ad uno, in virtù dell’OSMOCOP (Osservatorio Mondiale Contro la Pedofilia) dal quale vengono passate le segnalazioni alla Polizia Postale e delle Comunicazioni con cui Meter collabora dal 2008. Non solo: le app criptate sugli smartphone sono diventate lo strumento per eccellenza dei pedofili: una di queste è Signal, che con la crittografia garantisce una sicurezza quasi a prova di bomba. Solo nel 2024 sono infatti stati individuati 336 gruppi su Signal, 13 di questi sotto il nuovo fenomeno “Pedomama” e, cosa più ributtante, l’altrettanta nuova “tendenza pedofila” dei neonati abusati subito dopo la nascita.

Foto, chat e video: +220%

La rassegna della vergogna inizia dai dati certificati di cui Meter è in possesso. L’OS.MO.CO.P. (Osservatorio Mondiale Contro la Pedofilia) di Meter ha infatti segnalato nel 2024:

         •        1.996.911 foto

         •        2.085.447 video

         •        8.034 link

         •        269 cartelle compresse, contenenti raccolte di file .RAR di materiale inquantificabile su bambini violentati

Rispetto al Report 2023, i video (+220%) segnalati sono triplicati ai 651.527 dell’anno precedente. Al contrario, le foto sono diminuite del 5,4% rispetto ai 2.110.585 del 2023, mostrando un cambiamento nelle modalità di condivisione dei materiali illeciti. Inoltre, sono stati individuati e segnalati 410 gruppi sui social network, così distribuiti:

         •        336 gruppi su Signal

         •        51 pagine e gruppi su Facebook

         •        19 gruppi su WhatsApp

         •        3 su Instagram

         •        1 profilo su TikTok

Dagli 8 ai 12 anni i bambini più in pericolo

Il Report Meter 2024 conferma poi una tendenza allarmante: tra i pedocriminali cresce la richiesta di materiale pedopornografico relativo alla fascia d’età 8/12 anni, mentre è in preoccupante aumento l’abuso sui neonati. L’analisi del materiale pedopornografico rintracciato online evidenzia come la fascia 8/12 anni sia la più richiesta, con: 1.589.332 minori fotografati e 1.678.478 minori ripresi in video. Segue la fascia 3/7 anni, con: 404.589 foto e 405.748 video Chiude la fascia 0/2 anni (neonati), con 1.200 foto e 1.200 video. Il tutto, nelle fasce d’età più alte, viene poi acuito anche dal contesto dei videogiochi online, dove si registra un rischio crescente di adescamento: con contatti telefonici richiesti per spostare la conversazione dal videogioco a una dimensione privata e richieste di foto di nudo o tentativi di instaurare relazioni affettive con minori vulnerabili.

Il nuovo, drammatico, fenomeno “Pedomama”

Il Report Meter 2024 evidenzia un incremento del fenomeno denominato “Pedomama, che identifica l’abuso sessuale perpetrato da donne, in particolare madri, nei confronti dei propri figli. In una società in cui si tende a considerare l’uomo come autore principale di tali crimini, l’abuso madre-figlio/a provoca un’indignazione ancora più profonda, poiché viola le aspettative sociali legate alla figura femminile e materna. Il ruolo di cura, protezione ed educazione tradizionalmente associato alla madre rende difficile accettare l’idea che una donna possa macchiarsi di un simile crimine, generando malessere e disagio. Tuttavia, questo fenomeno è in crescita, e prenderne coscienza è essenziale per proteggere le piccole vittime. Minimizzare o ignorare questa realtà comporta infatti gravi conseguenze per le politiche di intervento e contrasto di tale reato. Riconoscere e affrontare anche questa forma di abuso è indispensabile per sviluppare strategie efficaci di prevenzione e protezione dell’infanzia.

Le App crittografate, nuovo rifugio dei pedofili

Signal è oggi una delle applicazioni di messaggistica più utilizzate al mondo, nota per l’estrema protezione della privacy grazie alla crittografia end-to-end. Tuttavia, questa stessa protezione sta permettendo a reti pedocriminali di operare nell’ombra, rendendo difficile l’individuazione dei responsabili e la rimozione dei contenuti illegali. Secondo il monitoraggio dell’OS.MO.CO.P. di Meter, in soli quattro mesi, sono stati individuati 336 gruppi su Signal, di cui 13 incentrati proprio sul fenomeno “Pedomama”. All’interno dei 336 gruppi monitorati, l’indagine ha portato alla scoperta di 347 link segnalati tra settembre e dicembre 2024. Questi collegamenti vengono utilizzati dai pedofili per condividere materiale di abusi sessuali su minori, anche da loro stessi violentati, creando una rete digitale globale di scambi che rappresentano una delle più silenziose e sporche reti criminali e disumane. Un caso particolarmente allarmante emerso dall’indagine di Meter ha rivelato che un singolo link, condiviso tramite Signal, conteneva 1,49 terabyte di materiale pedopornografico, corrispondenti a 148.720 video e foto. Questi dati documentabili e verificabili testimoniano l’enorme quantità di materiale illegale che viene scambiata sotto la protezione della crittografia end-to-end. «Signal è diventato complice del male - spiegano i responsabili Meter - e la piattaforma, pur rispettando un diritto fondamentale come la privacy, rende estremamente difficile, se non impossibile, l’identificazione dei criminali e la rimozione del materiale illegale, favorendo di fatto l’impunità delle reti pedocriminali».

Europa e America: patrie della Pedopornografia

Dal Report Meter 2024 emerge un altro dato inquietante e costante negli ultimi anni: America ed Europa si confermano al vertice della geolocalizzazione dei server utilizzati per la diffusione di materiale pedopornografico. Secondo il monitoraggio dell’Osservatorio Mondiale Contro la Pedofilia di Meter, sono stati individuati 4.977 link ospitati su server in America e 1.475 in Europa, confermando il ruolo predominante di questi due continenti nella gestione delle infrastrutture web utilizzate per scambi criminali. Questo dato mette in luce un meccanismo economico globale preoccupante: i continenti più ricchi e tecnologicamente avanzati si rivelano essere i principali “padroni del web”, fornendo servizi digitali che i cyber-pedofili utilizzano per diffondere e scambiare materiale illegale. L’analisi del Report Meter 2024, inoltre, evidenzia come la maggior parte dei link segnalati sia associata a domini generici, principalmente .com. Su un totale di 8.034 link segnalati, ben 5.497 utilizzano domini generici. In particolare, il dominio .com si conferma il più utilizzato con 4.922 link nel 2024. Un solo e unico link può indirizzare a un singolo file video o foto, ma anche a mega-archivi contenenti migliaia di file a sfondo pedopornografico. Questa tendenza evidenzia come i cyber-pedofili preferiscano scambiare materiale tramite piattaforme di file sharing con domini generici, spesso gratuite e a tempo. Numerosi siti web offrono infatti spazio temporaneo sui propri server, consentendo di caricare e condividere facilmente file o cartelle in totale anonimato. Questi link vengono spesso distribuiti tramite chat o gruppi.

I domini utilizzati dai pedofili

L’analisi dei domini nazionali ha rivelato che la Nuova Zelanda (.nz) è al primo posto con 930 link segnalati, segue il Territorio Britannico d’oltremare dell’Oceano Indiano (.io) con 642 link, al terzo posto si trova la Colombia (.co) con 390 link. Questi dati mostrano come i pedofili e pedopornografi sfruttino domini nazionali meno controllati per ospitare e scambiare contenuti illegali, approfittando di giurisdizioni più permissive o meno regolamentate. Come dichiarato sempre da Meter, «dietro ogni link c’è un crimine contro l’infanzia. Ogni file rappresenta un abuso reale, una violenza su un bambino che non può e non deve essere ignorata».

Intelligenza Artificiale, nuove frontiera della Pedofilia

L’Intelligenza Artificiale (AI) sta emergendo come una delle minacce più gravi nella lotta contro lo sfruttamento minorile online. Sempre secondo il Report Meter 2024, infatti, gruppi pedocriminali attivi su piattaforme crittografate, nonché su dark web e deep web, stanno utilizzando l’IA per produrre e diffondere materiali sintetici ma altamente realistici che raffigurano abusi su minori, inclusi neonati. Sebbene alcuni contenuti generati dall’AI possano essere considerati “falsificazioni”, essi rappresentano comunque un grave pericolo perché: alimentano reti criminali già complesse da monitorare; oggettivano i minori, contribuendo a una normalizzazione degli abusi; aumentano la domanda di contenuti pedopornografici, spingendo gli sfruttatori a commettere abusi reali per soddisfare il mercato. È essenziale che queste immagini sintetiche vengano universalmente riconosciute come reati a danno dei minori, anche se non rappresentano situazioni reali di abuso. 




 

 

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