14/04/2022 di Manuela Antonacci

Per la Regione Lazio la priorità dei giovani è l’agenda Lgbt

La Lazio Youth Card è un’iniziativa della Regione Lazio che propone incentivi ed eventi rivolti ai giovani, anche con sconti e promozioni, per i ragazzi tra i 14 e i 29 anni, ma anche appuntamenti culturali, come il recente CinEU Forum, la rassegna cinematografica che parla “dell’Europa dal punto di vista dei giovani”.

Quattro film con quattro tematiche diverse, per tutto il mese di aprile. Fin qui nulla di strano, se non fosse che scopriamo come il primo di questi appuntamenti è stato dedicato al mondo Lgbt. Alla voce “Tematica trattata” all’interno del programma, infatti, si legge chiaro e tondo “diritti LGBTQI”. La pellicola in questione è “Il padre d’Italia” di Fabio Mollo, che ha aperto la rassegna lo scorso 2 aprile e che ha avuto come chiave di lettura la solita solfa dei diritti LGBT.

I dubbi sulla “inopportunità” di queste tematiche sono però tanti. Innanzitutto ci chiediamo perché a dei giovani adolescenti si deve per forza e sempre – come purtroppo accade spesso in molte scuole – proporre la propaganda dei diritti Lgbt come gli unici e soli da tutelare. Non vediamo, infatti, all’interno della rassegna, la presenza di altri “diritti” (a parte l’ultimo incontro, del prossimo 30 aprile, sull’occupazione giovanile).

L’altro, conseguente, dubbio, è dunque quello se – al contrario – non ci siamo altri e più importanti problemi degni di nota a livello europeo. Pensiamo infatti alla devastante crisi economica, alla crisi sanitaria ancora in corso, al drammatico inverno demografico, alla crisi migratoria che va ormai avanti da anni e a quella “nuova” per via della guerra in Ucraina. Oppure ancora ai problemi economici (e lavorativi) di giovani e famiglie in tutto il Continente.

Insomma, non si perde mai l’occasione per dare man forte all’agenda Lgbt e questa volta, addirittura all’interno di un’iniziativa rivolta ai giovani e sotto l’ombrello istituzionale della Regione Lazio. Educare al rispetto delle persone – tutte – a prescindere dai loro orientamenti sessuali è doveroso, ma ormai da tempo è sempre più chiaro che questa sacrosanta premessa è usata piuttosto come il cavallo di Troia per introdurre nient’altro che l’ideologia di una precisa scuola di pensiero.

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