Richard Dawkins, noto biologo e divulgatore scientifico, considerato uno dei massimi esponenti del “nuovo darwinismo”, nonostante le sue continue prese di posizione e idee agli antipodi rispetto a quelle da sempre portate avanti dai pro life ei pro family, si è schierato a difesa dei diritti della sessualità biologica e contro la maternità surrogata e la ‘transizione’ sessuale dei bambini.
Siamo sempre stati critici e, come detto, all’opposto rispetto alle prese di posizione di Dawkins sui diritti del concepito e persino sulla sua idea di persona. Tuttavia, senza alcun pregiudizio, dobbiamo congratularci della sua decisa la presa di posizione nel sottoscrivere e pubblicizzare un documento, in larga parte condivisibile, dell’organizzazione femminista internazionale ‘Women's Human Rights Campaign’ che chiede il rispetto per le identità e differenze sessuali biologiche (maschile e femminile), denuncia l’ideologia gender e transgender, chiede il divieto della ‘mercificazione’ e della nuova schiavitù della maternità surrogata e quello della ‘nuova’ e terrificante moda di fornire farmaci ai bambini per la transizione del genere.
Dawkins nei giorni scorsi ha twittato ai suoi 2,9 milioni di follower l’invito a firmare la Dichiarazione sui diritti basati sul sesso delle donne. La stragrande maggioranza dei followers di Dawkins lo ha ringraziato ed è stata entusiasta che abbia preso una posizione chiara sull’argomento e sui pericoli di tali pratiche. Sono ormai molti gli scienziati, gli accademici e i professionisti della sanità che, al contrario, sono stati costretti al silenzio e sempre meno sono disposti a farsi avanti nella difesa del buon senso, della realtà e della evidenza della differenza sessuale maschile e femminile. Nella dichiarazione sottoscritta da Dawkins si legge, tra l’altro: “Noi riaffermiamo che la maternità è esclusivamente femminile, ci opponiamo alla maternità surrogata e alle sue pratiche, riaffermiamo il diritto alla libertà di parola, pensiero, associazione e manifestazione delle donne, così come i diritti delle donne nello sport e il bisogno di combattere la violenza verso donne e i diritti dei bambini. Ci opponiamo a tutte le forme di discriminazione contro le donne e le bambine che siano il risultato diretto della sostituzione del concetto di sesso con quello di ‘identità di genere’ nelle leggi, nelle politiche e nelle pratiche sociali”.