03/11/2021 di Manuela Antonacci

Pillon su bocciatura ddl Zan: «Bene così, sarebbe stato inutile e pericoloso»

Passata il pericolo del ddl Zan, dopo il voto in Senato dello scorso 27 ottobre scorso, abbiamo voluto raccogliere il parere di chi ha vissuto questo confronto-scontro da vicino, come il senatore Simone Pillon che ha chiarito alcuni aspetti inaccettabili della legge e dell’ostinata chiusura dei sostenitori del ddl.

 

Senatore, il 27 ottobre scorso, in Senato c’è stato un momento, tanto criticato da alcuni, di esultanza, forse perché ha vinto il buonsenso e la democrazia?

«Trovo allucinante che uno si debba giustificare per aver fermato una legge liberticida, una legge bavaglio, una legge che introduce un reato di opinione. Di fatto noi abbiamo salvato la libertà di parola, la libertà di espressione, la libertà di educazione, la libertà di religione e l’abbiamo fatto, tra l’altro, in un modo evidentemente trasversale, visto che il centrodestra da solo, non avrebbe avuto i voti per fermare questa legge. Evidentemente qualcuno, anche dal Pd, anche dai 5 Stelle e dal gruppo misto, ha capito che si trattava di una trappola e i senatori, con coraggio hanno stoppato questa pericolosa proposta»

L’ostinazione nel non voler scendere a compromessi, rifiutando qualunque revisione del testo di legge, si è rivelata la vera strategia perdente, quindi?

«Da un certo punto di vista è stato meglio così, nel senso che, noi eravamo persuasi che, in realtà, gran parte di questa legge fosse un duplicato non necessario, perché già ci sono le leggi per mettere in galera chiunque sia talmente criminale da arrivare a malmenare le persone perché hanno un orientamento omosessuale. Questo ddl, in realtà, con la foglia di fico delle tutele, introduce il gender. Quindi la tracotanza del PD da un lato è stata fatale per la legge, ma dall’altra è stata utile perché almeno non si è neanche dovuti arrivare a chi sa quali compromessi inaccettabili. Se si vuole ripartire si lascino fuori gender, ideologie di ogni tipo, si lascino salvaguardate le libertà e non si tocchino i bambini».

Ma se la vera emergenza del nostro paese, a detta di alcuni, sarebbe l’omofobia, come mai non si è accettato un compromesso pur di prevenire le violenze, se era questo lo scopo del ddl?

«Io sono stato presente fino all’ultimo al tavolo delle trattative: la verità è che, ad oggi, noi non sappiamo ancora il PD su cosa fosse disposto a trattare, perché non ci hanno mai detto quali parti della legge erano disposti a toccare. Non si è mai capito, loro hanno sempre e solo preteso che noi rinunciassimo alla tagliola, in cambio dell’inizio delle trattative e quando abbiamo proposto di rinviare in blocco tutta la legge per incominciare le trattative, ci è stato detto di no. E quando abbiamo chiesto di entrare nel merito delle questioni per capire su cosa non fossero d’accordo, ci è stato risposto che prima bisognava rinunciare a qualunque tipo di tagliola e poi discutere. Quindi la volontà non era quella di trattare ma di togliere di mezzo quello che avevano intuito potesse essere un filtro».

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.