«Trovo gravissimo il contenuto del piano contro la violenza di genere approvato dalla giunta della Valle d'Aosta. Sotto le mentite spoglie dell'attenzione alle vittime si nasconde un progetto per indottrinare i ragazzi nelle scuole imponendo i dettami delle ideologie gender tanto care alle associazioni LGBT». Sono le parole di Simone Pillon, già senatore e ora presidente dell'associazione san Tommaso Moro, in riferimento alla legge votata in seno al Consiglio Regionale della Valle d’Aosta che - con la scusa di progetti scolastici contro la violenza di genere - propone tematiche quali l’educazione alla sessualità e all’affettività e la consapevolezza del proprio corpo, rischiando dunque di veicolare temi e istanze gender.
«Quello che abbiamo fermato a livello nazionale dicendo no al ddl Zan - prosegue Pillon - viene ora fatto passare a livello locale calpestando i diritti educativi della famiglia. L'identità di genere non esiste. Esistono bambini e bambine, e nessuno ha il diritto di insegnar loro ideologie malate o di parlar loro di sessualità senza avere il consenso dei genitori. L'atto valdostano è grave e pericoloso. Il mio plauso ai consiglieri del centrodestra e in particolare all'amico Andrea Manfrin che si è battuto insieme ai colleghi per fermare questa follia».
Conclude Pillon: «Vigileremo insieme, pronti a segnalare ogni prevedibile abuso. Mi auguro che la norma sia impugnata, visto che la nostra costituzione e tutte le norme primarie assegnano ai genitori e non alle regioni il diritto-dovere di educare i figli».