Sta facendo notizia il cartello affisso all’esterno del ristorante ‘Bagà’ di Villa di Tirano su cui, come leggiamo in un articolo del Corriere della Sera, il pizzaiolo e proprietario del locale avrebbe scritto: «Avviso a tutti i genitori, lasciate a casa i bambini maleducati, provate ad educarli, nel caso non vi fosse possibile cambiate ristorante o restatevene a casa. Ci riserviamo il diritto di prenderli in cucina a lavare i piatti con tanto di nastro adesivo sulla bocca», firmandosi come «L’uomo nero».
Pare, infatti, che in svariate occasioni sia toccato alla responsabile di sala «l’ingrato compito di chiedere ai genitori di provare a far star tranquilli i loro figli», per rispetto degli altri clienti, e sentirsi rivolgere anche numerose invettive. Ciò non significa, spiega quest’ultima, che il locale sia vietato ai bambini, che continuano a frequentarlo numerosi, ma, piuttosto, «ai genitori che non sanno educarli».
La richiesta espressa suona alquanto originale e suscita importanti riflessioni di carattere sociale, che esulano, seppur parzialmente, dal caso in essere.
Un tale messaggio, infatti, mette in luce una problematica grave: sembra sempre più frequente che i bambini siano soli e che molti genitori disertino il loro ruolo fondamentale di educatori. La mancanza di abitudine al rispetto delle regole da parte di tanti bambini è spesso indice di tale inadempienza.
L’educazione dei bambini è un compito che non può essere delegato alle scuole o ad altri contesti sociali, ma che trova nel nucleo familiare il luogo più sano per favorire una crescita fruttuosa dei più piccoli.
D’altra parte, gli adulti spesso si lamentano della presenza di bambini “chiassosi”, perché non sono più abituati al vociare di tanti bambini: l’Italia sta diventando pian piano il “Paese dei vecchi”, i giovani sono sempre più scoraggiati nel mettere su famiglia e, di conseguenza, nascono sempre meno bambini.
Ma per investire in un futuro migliore occorre che i bambini siano accolti tutti e sempre. Meglio più bimbi “vivaci” che meno bimbi. Solo allora il nostro tornerà ad essere un Paese giovane e per i giovani.
di Luca Scalise