Dagli Stati Uniti arriva un altro duro colpo contro Planned Parenthood, la grande multinazionale dell’aborto tornata di nuovo al centro dell’attenzione per i crimini che commette contro i bambini e contro le donne.
Martedì scorso il vice presidente Mike Pence è intervenuto in Senato per sbloccare una situazione di stallo circa la decisione da prendere in materia di finanziamento alle organizzazioni che promuovono ed effettuano aborti o, come si preferisce dire nella neo-lingua, offrono servizi per la “pianificazione familiare“.
Durante il suo mandato Obama aveva approvato un regolamento che di fatto costringeva gli Stati americani a finanziare tali enti omicidi, primo fra tutti ovviamente Planned Parenthood: in pratica le tasse dei contribuenti erano destinate a dare la morte e far arricchire gli affaristi dell’aborto.
Ora, poiché al Senato i voti a favore e contrari al ribaltamento di questo regolamento erano pari (50 a 50), è intervenuto direttamente Pence che, fedele alle sue convinzioni già manifestate esplicitamente lo scorso gennaio alla Marcia per la Vita di Washington, ha sbloccato la situazione a favore del diritto alla vita. Così i soldi pubblici adesso potranno essere utilizzati davvero per la salute delle donne, dei bambini e della comunità in generale. Ora ogni singolo Stato federato sarebbe libero di togliere i finanziamenti pubblici alla Planned Parenthood.
Il 16 febbraio, il Congresso degli Stati Uniti aveva già votato (con 230 voti contro 188) a favore dell’abrogazione della legge voluta dall’amministrazione democratica di Obama. Ed ora finalmente questo è stato possibile anche al Senato.
Le associazioni pro-life statunitensi hanno celebrato con gioia la grande vittoria e hanno ringraziato pubblicamente, anche sui social network, il vice presidente Pence per il coraggio dimostrato e la tenacia.
Ora la palla passa al presidente Donald Trump, che dovrà firmare il provvedimento uscito dal Parlamento. Visti i suoi interventi contro l’aborto nei primi giorni dopo l’insediamento e il suo pieno sostegno alla Marcia per la Vita, dove per la prima volta ha preso la parola un vicepresidente, possiamo stare tranquilli che Planned Parenthood non verrà certo graziata.
Redazione
Fonte: LifeSiteNews
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