Forse qualcuno si sarà stupito o sarà rimasto incredulo, rispetto alla notizia che abbiamo dato qualche giorno fa sul poliamore in Canada: il terzetto (la “troppia”, “throuple”) canadese è formata da tre uomini che chiedono a gran voce il riconoscimento del loro amore (coronato presto da figli comprati e relativi uteri affittati), che al momento subisce una grave discriminazione, poiché non è legale.
E di altre “troppie” felici ne abbiamo già viste in passato, altrove (Stati Uniti, Thailandia). Abbiamo anche visto in Olanda che è nata una “famiglia” con un figlio e ben 5 genitori (che vivono in due case, nelle quali il bambino sarà felicemente palleggiato di qua e di là). Sappiamo anche che in Svezia e in Inghilterra c’è già il partito del poliamore, sempre in nome della libertà e dell’uguaglianza.
La vicenda, però, che descrive Il Giornale.it dimostra che il Brasile sta più “avanti” di tutti: il notaio Fernanda de Freitas Leitão, ha sancito una «unione poliaffettiva» tra tre lesbiche, con tutte le tutele legali di un matrimonio. Un’imprenditrice, una dentista ed una dirigente tra i 32 ed i 34 anni, benestanti, seguono l’esempio di un uomo e due donne che nel 2009 erano stati dichiarati “marito e moglie” dal notaio Claudia do Nascimento Domingues.
Una delle tre lesbiche nel 2016 avrà un bambino e le tre donne sono pronte alla battaglia per veder riconosciuto il “diritto” di maternità a tutte e tre.
La Corte Suprema brasiliana ha da tempo infatti inventato la fattispecie dell’«unione poliaffettiva», che di fatto consente il matrimonio a tre (o più persone), aggirando il codice civile con un artificio lessicale: infatti nella sostanza si tratta di un matrimonio a tutti gli effetti, compresa la pensione di reversibilità, le assicurazioni sanitarie e gli assegni di mantenimento in caso di separazione.
Redazione
DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DAI TENTATIVI DI
LEGALIZZAZIONE DELLE UNIONI CIVILI