Francesco Agnoli, professore di storia e filosofia, giornalista, già collaboratore di Avvenire, Il Foglio, La Verità e dei mensili Notizie ProVita e Il Timone, è candidato per le elezioni regionali in Trentino Alto Adige del 21 ottobre di quest’anno.
ProVita, che di politica si interessa in maniera apartitica, ha quindi colto l’occasione per incontrare Agnoli (per contattarlo: [email protected]) e porgli alcune domande legate alla difesa dei valori per i quali ci battiamo quotidianamente.
Come mai la scelta di entrare in politica?
«La politica mi è sempre interessata, da fuori. In passato, ho fatto varie campagne elettorali per amici pro life e ho sempre seguito con interesse l’attività di amici deputati o senatori, anche grazie al giornalismo. Ascoltandoli, facendomi spiegare da loro la vita parlamentare, credo di aver acquisito un minimo di esperienza di cosa sia la politica: un’attività nobile, ma molto, molto difficile e faticosa. Ovvio che per me “scendere in politica”, come si dice di solito, significa provare a portare lì i valori che mi stanno a cuore e che fino ad oggi ho cercato di promuovere soprattutto attraverso l’azione culturale».
Quali sono questi valori?
«Io sono anzitutto un marito e un padre, e in secondo luogo un insegnante. Per questo mi stanno a cuore soprattutto i giovani: i miei figli, i miei alunni. Di cosa hanno bisogno i giovani? Di una cultura della vita, che dia senso e speranza; di una famiglia che li ami e li sostenga; di una politica che non sia di ostacolo alla loro realizzazione lavorativa, che è a sua volta necessaria per poter mettere su famiglia. A livello di politica locale non si affrontano le grandi tematiche etiche, vedi utero in affitto, aborto..., di cui mi sono molto occupato come giornalista, ma certo si possono fare alcune cose per facilitare giovani e famiglia. In generale, come ho detto nel discorso di accettazione della candidatura (si veda qui) credo che la politica sia un modo per servire il bene comune».
Qual è la condizione del Trentino?
«Non bella. I bambini nati sono sempre di meno. Nel 2018, se il trend continua, dovrebbero nascere 4 mila bambini in meno che nel 2017. Un paese che non ha figli, non ha futuro. Si può fare qualcosa per dare maggiore sicurezza ai genitori? Sì, credo che la politica, certamente non da sola, possa fare qualcosa. Pochi nati, dicevo, ma non è finita qui: sempre più giovani trentini lasciano la loro terra, per cercare lavoro altrove. Alcuni lo fanno per una scelta consapevole, altri perchè costretti. Oggi, in una regione ricca, almeno sino a poco tempo fa, ci sono sempre meno possibilità di lavoro. Stiamo diventando un paese sempre più vecchio, con pochi giovani, molti dei quali costretti ad emigrare!».
Lei ha scelto non un partito nazionale, ma un partito territoriale, Civica Trentina. Perchè?
«Le elezioni locali e quelle nazionali sono ben diverse. Pensi per esempio che nelle ultime elezioni comunali di Siena, i partiti civici, di destra e di sinistra, hano preso, insieme, il 60% dei voti. Succede quasi dovunque così: i partiti territoriali sono decisivi quando vi sono elezioni locali. Infatti, mentre alle elezioni politiche si vota soprattutto il simbolo, sui grandi temi (immigrazione, vita, lavoro...), alle locali si votano soprattutto le persone.
Civica Trentina, fondata dall’avvocato e sindaco Rodolfo Borga, è il partito territoriale che più si è battuto e si batte, con grande efficacia, anche grazie alla competenza dei suoi membri, per i principi e i valori in cui credo (tra le altre cose Civica Trentina ha fermato l’entrata obbligatoria del gender in tutte le scuole del Trentino, ndr). Partiti nazionali che magari hanno a cuore certe idee, non è detto che poi abbiano, in loco, le persone giuste e davvero motivate per rappresentarli e promuoverli. Sono entrato in Civica Trentina – insieme all’amica Giuseppina Coali, bioeticista – perchè certo di essere in un ambiente libero, che non rischia imposizioni dall’esterno, e che condivide al 100 per cento, e non solo a parole, i miei valori»..
Redazione