Il problema è stato sollevato dal senatore dell’Utah, Todd Weiler: la pornografia è legale e libera, in USA, ma arreca danni a volte giganteschi alla vita e alla salute delle persone che ne diventano dipendenti.
Allora, a coloro le cui vite sono state rovinate dalla pornografia dovrebbe essere consentito di citare in giudizio i produttori porno per ottenere un risarcimento dei danni.
Il senatore propone che – specialmente per i bambini e gli adolescenti che sviluppano una dipendenza dalla pornografia – deve essere dato un rimedio legale, così come da decenni coloro la cui salute è stata danneggiato dal fumo possono citare in giudizio i produttori di sigarette.
Weiler sostiene, infatti, che i più giovani, in particolare, sono consapevolmente e deliberatamente adescati e sfruttati dall’industria della pornografia.
La pornografia provoca una visione distorta del sesso opposto, crea tutti i tipi di problemi di relazione, può portare alla depressione, all’impotenza e induce alla violenza, specie sulle donne.
Weiler non ne fa un discorso morale (che invece andrebbe fatto: chi sceglie il male prima o poi starà male...). Ci tiene a precisare che in Utah la legge non interferirà nella libertà di guardare ciò che si vuole. Ma , secondo il senatore, è importante lanciare un messaggio per l’industria della pornografia: se qualcuno in Utah è in grado di dimostrare che ha subito dei danni dal prodotto che essa vende, come accade per tutti i produttori, in ogni settore merceologico, anche chi vende pornografia deve risponderne finanziariamente.
Weiler l’anno scorso ha promosso una risoluzione in cui è stato riconosciuto che la pornografia è un pericolo per la salute pubblica, la salute individuale, e crea danni sociali tra cui la reificazione, lo sfruttamento e la violenza su donne e bambini.
La pornografia ha sul cervello gli stessi effetti della droga. Crea “un ambiente sessualmente tossico” e favorisce la delinquenza. Crea squilibri nei bambini e negli adolescenti attraverso la loro “iper-sessualizzazione”.
Weiler propone inoltre una legge che imponga filtri anti – pornografia su computer e WiFi delle biblioteche, e dei luoghi pubblici frequentati dai bambini.
Se già si riuscisse ad ottenere che prima di ogni immagine hard comparisse una scritta che mette in guardia contro i pericoli alla salute che causa la pornografia (come i teschi sui pacchetti delle sigarette), sarebbe un passo avanti.
Redazione
Fonte: LifeSiteNews