«Un nome, un programma. I social lo censurano, le mamme lo querelano, ma nulla possono contro l’ingenuità del gesto amoroso, la semplicità e l’innocenza del proprio sesso.
[...] Una grande nuova mostra per raccogliere tutta la produzione di Pornoperbambini, dalle origini ad oggi, con tante nuove produzioni che potrete anche portarvi a casa.
In occasione del Natale non c’è migliore regalo che un po’ d’amore, o sesso spinto.
Vernissage giovedì 13 dicembre ore 19.00. Finissage venerdì 21 dicembre ore 19.00
Una produzione Lampo Gallery».
Questa presentazione che ha dell’incredibile, promuoveva un evento candidamente annunciato con la naturalezza con cui si presenterebbe l’ultimo film di Natale della Disney, si trattava, invece, di una mostra di disegni che giocava nel titolo con la parola “porno per bambino”, in una città metropolitana come Milano, prodotta da una galleria d’arte, la Lampo Gallery, come si legge nella presentazione, per l’appunto ma che avrebbe dovuto tenersi presso Santeria Toscana 31: «Un grande bar con cucina, un imponente teatro, uno shop, un’aula di formazione, una sala riunioni ed un atelier artistico», come riportano sul loro sito. Ora, grazie alle numerosissime segnalazioni e all’ondata di proteste scatenatasi sui social e non solo, l’evento è stato annullato ed è sparita ogni traccia della mostra su Facebook. Sulla pagina di Santeria Toscana 31 si legge infatti che: In riferimento alla mostra prevista per il 13 dicembre che ha attirato critiche e richieste di chiarimento, vi comunichiamo che abbiamo deciso di annullare l’evento perché il suo messaggio è stato frainteso ed equivocato nonostante fosse estraneo a qualsiasi condotta deprecabile e non abbia davvero nulla a che fare con i dubbi sollevati.
Era un mostra di disegni stilizzati, vignette di come l’illustratore si immaginava la sessualità quando lui stesso era bambino, ma crediamo non vi siano le condizioni per farla.
Si trattava, cioè, della presentazione di una serie di bozzetti dal contenuto porno, dal tratto vagamente infantile, con personaggi tratti dal mondo delle fiabe, dei cartoni animati e dall’immaginario infantile in genere (Biancaneve, Babbo Natale e Topolino ad esempio) ovviamente ritratti in atti inequivocabilmente a luci rosse. E visto che sarebbe stata aperta a tutti, in teoria avrebbero potuto accedervi anche dei minori, a cui i bozzetti in questione sembrano strizzare l’occhio. Disegni che si possono agevolmente trovare sulla pagina Instagram “Pornoperbambini” (conta ben 18,000 follower) su cui non viene riportato il nome dell’Autore. Tuttavia in rete è facilmente reperibile un’intervista all’“artista” in questione, in riferimento, tra l’altro, proprio alla mostra milanese ormai, fortunatamente, annullata. E’ curioso notare come nell’intervista, l’artista sveli solo di essere brasiliano, chiedendo di rimanere anonimo, smentisce l’intento porno dei suoi disegni, facendo spallucce sulla valanga di proteste e segnalazioni che ha ricevuto la sua pagina Facebook tanto da essere stata, alla fine, chiusa.
Ma allora, si trattava davvero di una semplice provocazione come afferma lui nel corso dell’intervista? Anche se fosse stata un’operazione pubblicitaria non ci sembra da sottovalutare, tenendo presente che certe condotte illegali vengono fatte passare tramite un processo di “instillazione” indiretto nella mente e nelle coscienze della gente, che avviene per gradi (un po’ come la storia della rana bollita) e, almeno inizialmente, senza destare grandi sospetti. Questa volta, però, una simile “operazione” (culturale? Pubblicitaria?) non è passata nell’indifferenza generale, evidentemente nella nostra società, per quanto allo sbando, c’è ancora un limite all’indecenza e la mobilitazione che si è creata, dopo la notizia della mostra, è stata impressionante, tanto da far sospendere l’evento, dal titolo così ambiguo, in quattro e quattr’otto.
Purtroppo mentre scriviamo, vi avvertiamo che resta ancora attivo questo profilo, che rende bene l’idea del perché stiamo denunciando questo scandalo e perché ci siamo attivati per rimuoverlo. Speriamo che tutto sparisca e che chi competente faccia le opportune verifiche.
Manuela Antonacci