07/05/2019

Pro Vita vince il ricorso al Tar, l’ordinanza del sindaco di Magione non è valida

Finalmente giustizia è fatta: Pro Vita vince il ricorso al Tar in merito ai manifesti anti-aborto che il sindaco di Magione aveva fatto rimuovere con delle assurde motivazioni.

Stiamo parlando della gigantografia recante l’immagine di un feto in perfette condizioni con la scritta «Tu eri così a 11 settimane. E ora sei qui perché mamma non ti ha abortito»: piaccia o no il contenuto, difatti, riporta la realtà. Fatto sta che il primo cittadino ha pensato bene, con l’ordinanza del 14 maggio 2018, di far rimuovere i manifesti «in applicazione a quanto prescritto dall’art. 8, c. 6 del Regolamento comunale per l’applicazione dell’imposta di pubblicità e dei diritti sulle pubbliche affissioni», in quanto «veicolerebbero contenuti e immagini lesivi del rispetto dei diritti individuali della persona tutelati da norme costituzionali e da leggi specifiche dello Stato vigenti». Il riferimento, in modo particolare è alla legge sull’interruzione di gravidanza.

Secondo quanto riportato dall’ordinanza emessa dal sindaco, l’iniziativa confliggerebbe  con i «principi e le prescrizioni di una specifica legge dello Stato, vigente: “Legge 22 maggio 1978, n.194 – Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza“;»; pertanto, si legge nell’ordinanza, «l’esposizione di manifesti, quantunque autorizzati, se contrastino con leggi specifiche dello Stato vanno rimossi alla luce di quanto statuito dall’art. 8, comma 6 del vigente Regolamento comunale per l’applicazione dell’imposta di pubblicità e dei diritti sulle pubbliche affissioni».

Per tutta risposta Pro Vita ha presentato ricorso per «violazione e falsa applicazione dell’articolo 21 della Costituzione» che sancisce la libertà di manifestare il proprio pensiero anche a mezzo stampa, nonché del Regolamento comunale per l’applicazione dell’imposta di pubblicità e dei diritti sulle pubbliche affissioni, denunciando l’incompetenza  e la carenza di potere, la violazione del principio di legalità e dell’articolo 97 della Costituzione che riguarda l’operato della pubblica amministrazione che dev’essere improntato, come stabilisce la legge, ai principi di efficienza e imparzialità.

Nel caso specifico, i giudici amministrativi si sono concentrati sull’incompetenza del «sindaco a emanare un provvedimento» di rimozione dei manifesti e «le situazioni di incompetenza» verrebbero prima di qualsiasi altra motivazione.

Dunque il sindaco di Magione (ma vale per tutti i sindaci) non aveva il potere di far rimuovere i manifesti in questione. Per questo motivo Pro Vitaha vinto il ricorso al Tar, tra l’altro, per i giudici, nei manifesti «circa la carenza di motivazione del provvedimento, che non individua puntualmente alcuna disposizione di legge violata, non è possibile ravvisare nella previsione regolamentare riportata, invero generica, una competenza sindacale ad adottare provvedimenti di rimozione quali quello gravato». Vince ancora la legge contro le ideologie...

Manuela Antonacci

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