Quando si ricorre alla fecondazione artificiale si comprano i gameti, si creano embrioni in vitro, e poi si buttano via:
- quelli malati o difettosi,
- quelli poco adatti per motivi genetici e vitali,
- quelli poco graditi ai genitori.
Infatti in tre paesi, dove corrono numerosi i turisti della procreazione “a la carta”, è anche possibile scegliere il sesso, quindi buttar via i maschi o (più frequentemente) le femmine, solo perché non desiderabili.
I paesi suddetti sono il Sud Africa, la Tailandia (meta preferita dai ricchi Cinesi e dagli orientali che notoriamente tendono ad essere più “misogini”) e – udite, udite – i democraticissimi USA, paladini dei diritti umani, dell’uguaglianza e culla del femminismo progressista. Per ulteriori info sul turismo procreativo sesso-selettivo dell’estremo oriente si veda qui.
Un’ultima nota: ma perché – per lo meno negli USA – fare tanta fatica per selezionare il maschio o la femmina, quando poi il bambino sarà lui a scegliere di che “genere” vorrà essere?
Francesca Romana Poleggi