Si è tenuto ieri mattina, al Policlinico Gemelli di Roma, il convegno “Custodire la vita” che ProVita ha avuto l’onore di illustrare nel numero di maggio della sua rivista mensile.
In serata, al teatro Ghione, c’è stata una serata di beneficenza a favore della fondazione “Il cuore in una goccia”, connessa all’Hospice perinatale del suddetto Policlinico.
Difendere, curare, “custodire” la Vita, è la mission di ogni medico. L’evoluzione della scienza ‘buona’ permette quelli che fino a poco tempo fa venivano considerati dei veri e propri miracoli, in termini di cura e – spesso – di soluzione di gravi patologie riscontrabili nei bambini fin dal grembo materno.
Ma dove la scienza non riesce a curare, si prodiga – se è ‘buona’ – ad accompagnare verso l’esito naturale della morte, senza interferire, senza prolungare né accorciare i tempi, ma fornendo il comfort, il sostegno, fisico e psichico che serve al paziente e ai familiari per affrontare il dolore e il trapasso nel modo più sereno possibile.
Da questo trae beneficio anche il personale medico coinvolto, da questo traggono beneficio i genitori, i fratelli e i parenti tutti, da questo viene arricchita la società intera. Arricchita di una ricchezza spirituale grande, ma purtroppo sempre più sconosciuta o trascurata dalla cultura mortifera ed edonistica moderna, che – invece – rende le persone efficientiste e salutiste, ma insoddisfatte, depresse, stressate...
Fermarsi a comprendere il lavoro che svolgono gli illustri clinici che potete vedere elencati qui, sul programma del convegno in oggetto, è stata un’occasione di crescita culturale e umana. Per questo ha ringraziato gli intervenuti il Direttore Editoriale di Notizie ProVita, Francesca Romana Poleggi, presentando il numero della rivista dedicato.
Le meraviglie che la scienza riesce ad operare e la inestimabile carica di umanità che viene a fecondare e a sollevare questo mondo materialista e consumista, grazie all’attività dell’hospice perinatale e della Fondazione “Il Cuore in una goccia“, hanno bisogno di essere conosciute dall’opinione pubblica. Perché questo è il tipo di informazione che va divulgata perché la ‘cultura della vita‘ riprenda il sopravvento. Questo è parte integrante della mission di ProVita.
Un grazie particolare al prof. Giuseppe Noia che è uno dei principali protagonisti di tutto questo. Uno di quegli scienziati che è in grado di spiegare in modo semplice – a noi persone comuni – che in un bambino concepito solo da 13 giorni, lungo 3 o 4 millimetri, c’è già un cuore che batte. Un cuore che vive, che va custodito, curato e rispettato, anche se appartiene a quello che alcuni chiamano un ‘grumo di materia’, oppure un ‘mucchietto di cellule’.
Redazione
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