“Verso l’8 marzo” Monica Raschi de il Resto del Carlino (2 marzo 2024) ha intervistato la dottoressa Eleonora Porcu che per 45 anni è stata responsabile del “Centro di fertilità e procreazione medicalmente assistita dell’ospedale Sant’Orsola” di Bologna e ora fa parte del Consiglio superiore di sanità.
Nei primi anni Novanta, la dottoressa è stata pioniera a livello mondiale nel congelamento degli ovociti e nel 1997, per prima, ha fatto nascere una bambina dopo aver iniettato uno spermatozoo direttamente in un ovulo appena scongelato.
Nella zuccherosa intervista si mette in risalto il fatto che la dottoressa, nella sua carriera, ha fatto nascere 5000 bambini «in un continuo dialogo tra le tecniche più avanzate della scienza e la Chiesa».
Già, la Chiesa. Perché la dottoressa, "di formazione cattolica", ha conosciuto personaggi del calibro di Sgreccia, Biffi, Caffarra e Tonini e sembra essere in buoni rapporti con il cardinale Zuppi. E sembra quasi (anche se non lo dice esplicitamente) che tutti costoro approvassero il suo «approccio alla scienza [che] voleva rispettare le radici della vita».
Avremmo piacere di poter porre un qualche domanda alla dottoressa.
A noi risulta che il Magistero della Chiesa ha sempre disapprovato la fecondazione artificiale perché la vita è un dono di Dio e gli esseri umani non si possono assemblare (e smembrare) in laboratorio. E come sempre ciò che non è etico è contro natura e comporta conseguenze nefaste. Infatti i figli che nascono dalla fecondazione artificiale presentano maggiori problemi di salute fisica e psichica. Così, anche da un punto di vista strettamente laico e addirittura utilitaristico, la creazione di bambini in laboratorio presenta dei seri rischi.
Quindi la prima domanda: di questi 5000 bambini c’è stato un follow-up? E a corollario di questa prima domanda: che incidenza tra loro di birth defects, basso peso alla nascita, tumori e malattie rare? E come sono cresciuti? Che incidenza tra loro di ipertensione, problemi respiratori e cardiocircolatori in adolescenza?
Questi dati sono stati confrontati con un gruppo di controllo di bambini nati dopo gravidanze naturali?
Questi 5000 bambini hanno saputo, poi, di essere stati concepiti artificialmente? Come hanno reagito? Quelli nati da fecondazione eterologa, hanno cercato di risalire all’identità di chi ha venduto il seme o l’ovulo?
Seconda domanda: le madri da cui sono stati prelevati gli ovuli hanno avuto problemi da iperstimolazione ovarica? In che incidenza? Con quali conseguenze?
E nei casi di fecondazione eterologa, il genitore non biologico nel tempo ha poi avuto problemi di relazione col figlio e col coniuge?
Terza domanda - ma forse la più importante: per far nascere 5.000 bambini, quanti embrioni sono stati prodotti? Quanti sono stati scartati? Quanti sono morti nel tentativo di impiantarli?
Poi ci sono anche quelli impiantati che vengono abortiti spontaneamente dopo qualche tempo, ma della morte di questi diciamo che è responsabile la natura. Della morte di tutti gli altri, invece, chi è responsabile? Possiamo parlare di “morte” perché erano esseri viventi sin dal concepimento: la dottoressa Porcu converrà col 96% dei suoi colleghi che credono che la vita umana inizi col concepimento, immagino.
Secondo i dati della Relazione ministeriale sulla legge 40/2004, nel solo 2021 in Italia, solo con la fecondazione omologa, sono stati assemblati più di 200.000 embrioni e sono nati meno di 20.000 bambini.
Questo dovrebbe bastare a tutti (laici e credenti) per convenire con la Chiesa che considera illecita la fecondazione artificiale.
E i 5.000 bambini nati dal 1997 in qua grazie alla dottoressa Porcu? Le loro vite non valgono?
Certamente: ogni vita è preziosa, ha un valore incommensurabile. Ma per ciascuno dei nati c’è un numero alto - imprecisato - di fratellini morti (per non parlare di quelli congelati di cui non si sa il numero e di cui spesso non si sa la sorte). La vita di questi non era meno preziosa di quella dei nati. Non è umano uccidere una persona innocente, neanche per uno scopo “buono” perché l’essere umano è sempre un fine, non può essere un mezzo. Altrimenti dovremmo accettare che qualcuno possa decidere chi deve essere sacrificato per il bene di chi: dovremmo rivalutare il dottor Mengele che faceva esperimenti su esseri umani di “serie B” per il progresso della scienza a favore di quelli di “serie A”.
E, infine, dobbiamo riflettere sul fatto che quei 5.000 bambini sono stati essi stessi cosificati e mercificati: ai genitori (o al Servizio sanitario nazionale) quei bambini sono costati un tot. Hanno un prezzo. E - parafrasando Kant - ciò che ha un prezzo non ha dignità, mentre ciò che ha dignità non può avere prezzo.
PS: Che i bambini abbiano un prezzo conviene solo a chi fa affari (d'oro) sulla loro pelle: il business delle cliniche della fertilità è un business miliardario.
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