Il gender non esiste, è un’invenzione di pochi per creare falsi allarmismi. Dicono.
Eppure, se ci si guarda attorno, l’impressione è tutt’altra: guardando la televisione, camminando per strada, leggendo libri e albi illustrati per bambini, ascoltando canzoni... sì, anche nelle canzoni. Solo che qui, complice spesso la scarsa conoscenza della lingua straniera, non ce ne accorgiamo e andiamo ripetendo motivetti tutt’altro che gender-free.
Il gender mina alla base l’identità delle persone, negando il dato biologico che ci vede XX o XY e puntando invece sulla ‘libera scelta’ di essere uomini o donne a prescindere dai dati biologici... con il solo risultato che le persone non sanno più dire chi sono e diventano così manipolabili in tutto e per tutto.
La frammentazione dell’identità (gender fluid, variabile nel tempo e nello spazio) e la rincorsa verso l’indifferenziazione sessuale (gender neutral) sono due grandi note del nostro tempo. E, alla seconda categoria citata, si legano l’attacco sempre più feroce alle caratteristiche tipiche della mascolinità – che vengono viste come negative, e quindi da abolire – e la conseguente progressiva femminilizzazione della società, con tutte le perdite inevitabilmente insite in questa negazione della differenza sessuale (d’altro canto, però, guai a tessere le lodi della femminilità e della maternità, per le ragazze...)
Molti messaggi più o meno subliminali passano attraverso le canzoni, spesso in maniera allegra, leggera e sottile. E, piano piano, determinano la forma mentis delle persone.
Un chiaro esempio in tal senso è la canzone Tous Les Memes di Stromae: un motivetto più che orecchiabile, ma assolutamente negativo nel messaggio che trasmette.
E’ sufficiente vedere il video della canzone per rendersene conto: il cantante (XY) passa in maniera fluida da un’identità all’altra e non sembra avere ritegno nel declassare gli uomini, dipingendoli come persone dai gesti poco fini e come poco rispettosi delle donne. A titolo d’esempio, le prime tre stofe della canzone, tradotte in italiano, recitano: “Voi uomini siete tutti uguali / Maschi ma banali / banda di meschini infedeli / così prevedibili / No, io non sono sicura che ti mi meriti“.
Ma il gender non esiste. Dicono.
Teresa Moro
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