12/10/2016

Quanti bimbi sopravvivono – inutilmente – all’aborto?

Melissa Ohden è sopravvissuta all’aborto, nel 1977. Oggi ha 39 anni.

E’ una delle persone che gestisce The Abortion Survivors Network che raccoglie a tutt’oggi 209 sopravvissuti all’aborto da tutto il mondo.

Sopravvissuti fortunati due volte: una per aver scampato alla letale pratica abortiva, la seconda per aver trovato una mano pietosa che l’ha raccolti, curati e custoditi scampandoli dalla morte tra i rifiuti sul tavolo operatorio, che è quello che accade alla maggioranza dei piccoli sopravvissuti.

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Lucas Moore: nella foto a sinistra quando è nato a 21 settimane di gestazione, a destra nel giorno del suo primo compleanno

Ha scritto su LifeNews che la dottoressa  Arina Grossu,   di Human Dignity con il Family Research Council ha tenuto un’audizione presso il Congresso, un paio di settimane fa, a proposito dei sopravvissuti all’aborto: quelli meno fortunati di Melissa Ohden e degli altri 208 del suo network, quelli che vengono lasciati morire sui tavoli operatori degli ospedali, o che vengono “terminati” per soffocamento. Per tutti costoro il Congresso discute una proposta di legge,  The Born-Alive Abortion Survivors Protection Act.

Anche il governo federale ammette che accade più spesso di quanto si pensi:  – ha detto la dottoressa – e l’evidenza statistica conferma che accade più spesso di quanto possiamo pensare. Data riporta dai Centers for Disease Control (CDC) mostrano l’incidenza di aborto sopravvissuti nati vivi che vengono uccisi negli Stati Uniti

Il CDC raccoglie le statistiche sulla  mortalità che vengono registrate a secondo della causa di morte dei neonati. I bambini nati vivi nonostante l’aborto, sono classificati con il codice P96.4 ICD-10.Tra il 2003 e il 2014, sono stati tra 376 e 588 morti registrati con ​​questo codice. “

E a quelli che dicono che comunque la loro condizione era “incompatibile con la vita “, i dati mostrano che  il 48% di questi bambini ha vissuto, agonizzando,  da una a quattro ore.

In Europa, la situazione è analoga. Con la differenza che le autorità preposte alla tutela dei “diritti umani” trovano mille scuse per non prendere in considerazione la condizione dei piccoli sopravvissuti (qui un po’ di link per ricordare).

Redazione

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