Mercoledì 15 luglio, a Ravenna, in piazza del Popolo, si è tenuta la manifestazione “Restiamo Liberi”. Come in altre 100 piazze italiane, i cittadini si sono dati appuntamento per protestare silenziosamente e pacificamente contro le derive liberticide del Pdl Zan ora in discussione in Parlamento. Le motivazioni della manifestazioni sono espresse chiaramente sin dall’incipit del discorso di apertura della Veglia.
E no all’istituzione di un nuovo reato, quello di omotransfobia, appunto, che non viene definito dal legislatore, lasciando così enormi spazi a interpretazioni e derive liberticide che colpiranno tutti coloro che si esprimeranno pubblicamente in modo non allineato al mainstream. […] Ecco perché scendiamo in piazza. Per la libertà di espressione, per la libertà di educazione, per la libertà di stampa, per la libertà di associazione, per la libertà religiosa.”
Circa 180 persone hanno partecipato alla veglia. Non poteva mancare la manifestazione di segno opposto organizzata dai gruppi Lgbt, Gandhi, dove erano presenti anche Arcigay Ravenna, Non una di meno, Donne in Nero, Casa delle Donne e altri movimenti “trans femministi”, per difendere una legge che, a loro parere, servirebbe a combattere le “discriminazioni”, eppure i messaggi che campeggiavano sui loro cartelli suonavano di più come una provocazione: “Liber* di TRANSitare tra i generi” o “Tremate, tremate, le trans* son tornate”.
Tuttavia, il numero dei cittadini che si sono organizzati per poter manifestare contro questo infausto Pdl è piuttosto alto, in tutta Italia, e rappresenta il termometro dell’insofferenza generale contro un governo che dimentica le famiglie e le vere emergenze degli italiani: piu’ di 500 persone a Catania, Palermo e Verona, più di 600 a Vicenza, Torino, più di 300 a Bologna e quasi mille a Milano. Insomma, un popolo si è levato e continuerà a farlo fino al 26 luglio.