Oggi in Irlanda si vota nel referendum per decidere se modificare la Costituzione, estendendo il matrimonio alle coppie di persone dello stesso sesso.
Indipendentemente dal risultato, possiamo essere abbastanza sicuri che il popolo irlandese avrebbe spontaneamente votato contro gli pseudo-matrimoni gay. Purtroppo però, tale e tanta è stata la pressione della politica, dei media e delle lobby internazionali che il voto di maggioranza rischia di orientarsi verso il cambiamento.
Avevamo già denunciato sul nostro sito come milioni di dollari sono arrivati dagli Stati Uniti per finanziare la campagna del “si” (cosa che, del resto, viola le leggi elettorali vigenti in Irlanda). Tuttavia le scorrettezze e le pressioni indebite sono state veramente troppe e ciò ha spinto sei eurodeputati a scrivere al Presidente del Parlamento europeo Schulz, affinché intervenga per denunciare il clima antidemocratico e intimidatorio in cui si è svolto la campagna referendaria.
Di seguito il testo della lettera, inviata pochi giorni fa (traduzione nostra):
Lettera aperta al Signor Schulz, Presidente del Parlamento europeo
Sul referendum irlandese sul matrimonio – lontano dall’essere libero ed equo
Egregio Signor Presidente,
Come forse saprà, i cittadini irlandesi voteranno questo venerdì 22 maggio in un referendum volto a modificare la Costituzione irlandese, in modo da ridefinire il matrimonio come unione tra due persone, indipendentemente dal loro sesso. Purtroppo, un clima di paura e intimidazione ha caratterizzato tutta la campagna referendaria, creando delle condizioni di voto che sono lontane dall’essere “libere ed eque”.
Per questo motivo le chiediamo, signor Presidente, di intervenire fermamente e con urgenza in conformità agli standard che si sono già imposti in situazioni simili.
L’UE sostiene di essere una comunità di democrazie, nelle quali vige lo stato di diritto. Quando andiamo in giro per il mondo a osservare lo svolgimento di elezioni, insistiamo sul fatto che ha la stessa importanza il modo in cui vengono effettuate le procedure di voto il giorno stesso delle elezioni, che il modo in cui viene condotta la campagna elettorale.
Ciò che è avvenuto in Irlanda nel corso degli ultimi mesi, è inaccettabile per uno Stato membro dell’UE:
• Tutti i partiti politici, pubblicamente finanziati, rappresentati nel Parlamento irlandese hanno attivamente svolto la campagna per il “sì” al matrimonio tra persone dello stesso sesso e hanno minacciato i loro membri con l’espulsione, nel caso non avessero seguito la linea del partito.
• Tutti i media, sia pubblici che privati, sono fortemente a favore del “si” e hanno persino ignorato una sentenza della Corte Suprema dell’Irlanda, che ordinava la par condicio, cioè di prevedere il 50% dello spazio per ciascuno degli schieramenti nel dibattito sul referendum. Inoltre, un certo numero di figure mediatiche di alto livello stanno attivamente svolgendo la campagna per il “Sì”.
• Le multinazionali con le loro sedi in Irlanda stanno dicendo ai loro dipendenti di votare a favore del matrimonio tra persone dello stesso sesso e di sostenere questa posizione sui social media. Considerando che impiegano migliaia di cittadini irlandesi in un periodo di difficoltà per l’economia irlandese, non è difficile individuare in questo una velata minaccia.
• Miliardari stranieri hanno finanziato con milioni di dollari lo schieramento a favore del “Sì”; questo è illegale ai sensi della legge elettorale irlandese vigente, ma non c’è stata alcuna reazione da parte del governo irlandese.
• Ma la cosa più inquietante è che la forza nazionale di polizia sostiene attivamente il “Sì”, anche attraverso l’utilizzo di risorse statali, e consentendo di impiegare stazioni di polizia per “sessioni fotografiche” a favore del “si”. Questo è particolarmente preoccupante perché è la polizia che in Irlanda è incaricata di garantire l’integrità dei seggi elettorali e della procedura di conteggio dei voti. Persino l’ex Ombudsman delle forze di polizia dell’Irlanda del Nord è intervenuto per condannare questo comportamento scorretto da parte della polizia.
Noi, in quanto membri del Parlamento europeo, siamo preoccupati che la correttezza del referendum irlandese sia seriamente compromessa. Questo atteggiamento verso la democrazia è in contraddizione con i valori fondamentali dell’Unione Europea, e quindi noi richiediamo, signor Presidente, il suo indispensabile intervento.
Strasburgo, 19/05/2015
Beatrix von Storch MEP; Branislav Skripek MEP; Arne Gericke MEP;
Marek Durek MEP; Eduoard Ferrand MEP; Kazimierz M. Ujazdowski MEP.
Redazione