Lo scorso 17 ottobre si è tenuta, in Piazza del Popolo, la manifestazione nazionale #RestiamoLiberi per dire NO al ddl Zan, che ha visto la partecipazione di molte realtà,: l’Osservatorio parlamentare Vera Lex, il comitato scientifico dell’Ucid, il coordinamento Polis pro persona, il Centro studi Livatino, l’associazione Pro Vita & famiglia, Alleanza cattolica, l’Avvocatura in missione e tante altre sigle e associazioni, il tutto nel pieno rispetto delle norme anti-Covid e del distanziamento sociale.
Lo scopo dell’evento è stato quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla deriva pericolosamente liberticida del ddl Zan che surrettiziamente introduce il reato di opinione, come ha ben spiegato l’avvocato Francesco Cavallo del Centro Studi Livatino, nel suo intervento sul palco, sottolineando come il testo di legge sia infarcito di termini ed espressioni fumose di cui non è chiaro il significato. Ad esempio in che cosa consistano concretamente gli atti discriminatori contro le persone LGBT. “Come cittadini - ha specificato Cavallo - abbiamo tutto il diritto di sapere esattamente quali sono le condotte che un giorno potranno sottoporci ad una condanna penale”. Inoltre è folle, ha aggiunto, che una legge consegni alla magistratura un margine di discrezionalità tale da stabilire “ad actum” cosa meriti una condanna penale e cosa no, quando dovrebbe essere la legge stessa a stabilirlo in modo chiaro e ineccepibile.
Inoltre c’è una parte del disegno di legge, come ha continuato a far notare l’avvocato Cavallo, che punirebbe direttamente le idee con la “Reclusione fino a un anno e sei mesi per chiunque istiga a commettere atti di discriminazione per motivi legati all’orientamento di genere, reclusione da sei mesi a 4 anni per chi istiga a commettere atti di violenza o atti di provocazione alla violenza, reclusione da sei mesi a 4 anni per chiunque partecipa o presta assistenza ad associazioni o movimenti che hanno tra i propri scopi l’incitazione alla violenza per tali motivi, reclusione da 1 a 6 anni per i promotori e i dirigenti di queste associazioni” e non sono pene figurative perché si tratta di sanzioni che permettono l’uso di strumenti invasivi, come le intercettazioni telefoniche, le intercettazioni ambientali, misure restrittive della libertà personale: ad esempio le riunioni di associazioni profamily potranno essere intercettate da un pubblico ministero.
Si è inoltre sottolineato, nel corso della manifestazione, che ci sono delle verità oggettive che non possono essere negate e anzi vanno difese. Questo lo spirito della manifestazione: la difesa di ciò che dovrebbe essere ovvio, compreso il sacrosanto diritto dei bambini ad avere un padre e una madre. “Vogliamo educare i nostri figli all’alleanza tra l’uomo e la donna. Ogni uomo ha una dignità intrinseca in quanto uomo” ha sottolineato invece Maria Rachele Ruiu del direttivo di Pro Vita & Famiglia.
Si sono susseguiti anche altri interventi, come quello della professoressa Nicoletta Di Giovanni, responsabile del dipartimento “Scuola libera” di “Rete liberale” che ha sottolineato il coraggio, oggi, di dire la verità ed è intervenuta per testimoniare anche il suo impegno e quello del suo movimento in difesa della libertà di espressione. Va ricordato anche l’intervento del pastore Roselen della Sabaoth Church di Milano che ha lanciato un appello alle religioni monoteiste perché si uniscano per difendere insieme la libertà di opinione ma anche la libertà religiosa che verrebbe gravemente compromessa da questo ddl.
L’evento si è chiuso poi con l’intervento di Massimo Gandolfini che ha gridato con forza l’impossibilità di tacere la verità, per la quale dobbiamo essere disposti anche a sacrificarci. Come ha sottolineato Gandolfini: “Viviamo in un momento culturale in cui la menzogna è trasformata in verità. Il politicamente corretto vuole togliere dalle menti dei nostri figli principi e valori che hanno costruito la società e l’umanità, per questo dobbiamo alzarci in piedi ed essere disposti a sacrificare anche le nostre vite. Qui siamo solo una rappresentanza, per questioni di sicurezza ma dietro di noi ci sono centinaia di migliaia di persone che credono che la famiglia sia formata da un papà e da una mamma. Questo è quello che la nostra Costituzione prevede: una società naturale fondata sul matrimonio. Noi siamo categoricamente contro qualsiasi tipo di discriminazione e violenza verso chiunque, ogni persona dev’essere rispettata in quanto tale”.
Infine, è stato sottolineato come la legge preveda un finanziamento di 4 milioni di euro per sovvenzionare i progetti gender nelle scuole, mentre gli alunni disabili vengono dimenticati dallo Stato. Fra i politici presenti Maurizio Gasparri e Lucio Malan di Forza Italia, Paola Binetti dell’Udc, Isabella Rauti di Fdi, Simone Pillon e Simona Baldassarre della Lega.