Il nuotatore statunitense Lia Thomas - trans identificato come “donna” - che in passato è salito alla ribalta mondiale diventando il primo atleta transgender a vincere un titolo universitario NCAA, sta ora intraprendendo un'azione legale nel tentativo di competere nuovamente negli sport femminili d'élite, comprese le Olimpiadi.
Lia Thomas, infatti, non nuota da quando la World Aquatics (la Federazione internazionale del nuoto, fino al 2022 conosciuta come FINA) ha introdotto nuove regole circa due anni fa, che vietano a chiunque abbia vissuto «qualsiasi fase della pubertà maschile, anche se interrotta» di entrare nella categoria femminile. Prima di allora, le persone transgender - nate uomini - potevano competere se abbassavano i livelli di testosterone.
In un documento a riguardo, proprio la World Aquatics ha in passato affermato che nuotatori come Thomas hanno mantenuto vantaggi fisici significativi – in termini di resistenza, potenza, velocità, forza e dimensioni dei polmoni –, anche dopo aver ridotto i livelli di testosterone attraverso i farmaci.
Thomas, che prima della transizione era un nuotatore mediocre nella categoria maschile, ha ora reclutato lo studio legale canadese Tyr per portare il suo caso davanti al tribunale arbitrale per lo sport in Svizzera. Tuttavia, poiché il 25enne non è attualmente registrato nel nuoto statunitense, è altamente improbabile che il caso venga trattato prima delle Olimpiadi di Parigi 2024.
Fonte: FeministLegal