22/02/2024 di Gloria Callarelli

“Roma, santa e dannata”. Giovanardi sul film scurrile e sessualmente esplicito: «Grave sia sulla Rai»

«E’ grave che sulla televisione di Stato, stiamo parlando di RAI 2, che vive su un canone che io ed altri cittadini versiamo, la Roma che appare agli occhi del mondo non sia la Roma del Papa, del Vaticano, delle attività culturali, della cultura, delle imprese. Ma sia la Roma della notte, dell’estremo».

A denunciarne con queste parole il contenuto “poco edificante” del film “Roma, santa e dannata” è l’onorevole Carlo Giovanardi, ex ministro, che, ai microfoni di Pro Vita & Famiglia, lamenta una Capitale dipinta in maniera del tutto distorta. «Roma – spiega l’ex ministro – appare agli occhi del mondo che vede il docufilm come sordida, volgare. A partire dallo stesso linguaggio che utilizza termini scurrili innumerevoli volte».

Il film racconta, attraverso il dialogo di Roberto D’Agostino con Marco Giusti, la città eterna: ma non per le sue bellezze, per la storia, per i fatti di politica o di cultura, ma per le avventure notturne che negli anni si sono succedute nella Capitale e che, a detta di chi racconta, non hanno risparmiato imprenditori, gente dello spettacolo, politici. Avventure per lo più a luci rosse, condite da trasgressione a base di alcol e droga.

Un film ad alto contenuto LGBT ed erotico trasmesso in seconda serata ma che è disponibile in streaming su RaiPlay: «Le lobby ormai spadroneggiano ma a dire la verità non rappresentano nemmeno il mondo gay. Penso a Zeffirelli, penso a Pasolini che vivevano una vita tranquilla. Qui ciò che viene descritto è la depravazione. Si può ancora dire – provoca Giovanardi - che, ad esempio, il racconto che fanno delle persone che si ritrovano in un locale per unirsi carnalmente con chiunque trovino in una stanza è depravazione?”.

Per Giovanardi il contenuto “poco edificante” prende di mira una fetta di popolazione ben precisa che viene così etichettata: «Qual è la normalità dei romani che viene rappresentata? Che tutti fanno finta di criticare e poi la sera, invece, tutti si trasformano? Viene passato per normalità tutto questo mentre gli anormali sarebbero quelli che vivono la loro vita senza prendere parte a ciò? Parlano come se la gran parte fossero ipocriti e bugiardi».

Nel lungometraggio anche la presenza di vip del cinema, quali Vanzina e Verdone. Personaggi che raccontano frammenti di vita romana, anche cruda, ma che vengono inseriti quasi forzatamente in quello che vuole essere un prodotto di, appunto, forzata trasgressione, dove non viene risparmiato nemmeno il Papa, Giovanni Paolo II. Dal canto suo Giovanardi rimarca la necessità di prendere le distanze dalla narrazione.

Infine, accorata, la stoccata a un mondo che addirittura va a premiare questo tipo di prodotti e che, ancora una volta, tace sulla rappresentazione ideologizzata dei fatti: «Questo docufilm parteciperà anche a numerosi premi. Praticamente va a prendere premi chi diffama o dipinge quella che non è la realtà, ma una realtà capovolta. Nessuno nel mondo politico ha denunciato questo. E’ mai possibile che su questa roba tutti tacciano?».

 

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