Sulla scia della squallida copertina di Famiglia Cristiana che paragonava il ministro Salvini a Satana, ci è toccato assistere a un’omelia in cui il sacerdote ha concluso dicendo che nel Vangelo Gesù dice «Via da me, maledetti, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare… ero straniero e non mi avete accolto» (Mt 25,31-46): quindi, secondo lui, i Cristiani devono scegliere tra Gesù e Salvini.
Si tratta dello stesso sacerdote che, quando gli è stato chiesto di dire un’intenzione per Charlie Gard, «un bambino che vogliono uccidere con l’eutanasia», ha detto: «Preghiamo per Charlie, un bambino inglese che sta morendo». È sempre lui, quello che quando di fronte a una proposta di preghiera per la vita, vista l’importanza di testimoniare la verità sull’aborto, ha detto che non era il caso che in chiesa si parlasse di «questioni intime delle donne».
Una persona che la pensa così, purtroppo, non è una mosca bianca, né tra i preti, né nell’ambito della pubblica opinione: la propaganda mass mediatica e la politica degli ultimi decenni hanno plasmato le menti per bene, secondo la cultura della morte: menti schizofreniche votate all’accoglienza degli stranieri senza se e senza ma, ma non all’accoglienza dei bambini che devono nascere, né alla cura di quelli che sono molto malati.
Come abbiamo già detto in altra occasione, c’è ben poca coerenza in costoro: chissà se si sono mai chiesti chi sono «tutti gli operatori di iniquità» che saranno gettati «nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti» (Mt 13,41).
Lungi, però, il voler disquisire in questa sede di esegesi biblica o di teologia: non sono materie di nostra competenza e Pro Vita è un’associazione aconfessionale.
Vorremmo, quindi dare un’opinione ragionevole e razionale: Salvini sta cercando di operare per il bene dell’Italia senza perdere di umanità, o “incarna il male”, come dicono su Famiglia Cristiana e roba simile?
L’Italia accoglie gli stranieri: accoglie volontariamente e “cristianamente” quelli che fuggono dalla guerra e dalla persecuzione. Poi accoglie di fatto tutti quelli che si danno alla macchia, scappando da centri di accoglienza.
Perché scappano? Hanno “da fare”? Che cosa? La Verità del 10 settembre ha presentato un inquietante reportage sui jiadisti che arrivano tra i migranti e che, anche quando a seguito di comportamenti delittuosi vengono arrestati, come quelli che preparavano un attentato alla base di Ghedi, spesso sono rimessi subito in circolazione, a nostre spese, dal sistema giudiziario. E quanti ce ne saranno di terroristi tra quelli che – per esempio – sono scappati da Rocca di Papa (dal luogo predisposto per loro dalla CEI), o sono scappati dalla nave Diciotti?
È davvero incredibile come ci sia chi ancora insiste nel demonizzare la politica del governo italiano e del ministro Salvini.
Farli sbarcare qui nella maggior parte dei casi non serve ad aiutare loro, perché quelli per bene finiscono nelle mani degli sfruttatori e dei mercanti di esseri umani; e non serve al nostro Paese accogliere quelli che hanno intenzioni facinorose.
Inoltre, per quanto riguarda le masse che fuggono dalla povertà (procurandosi in prestito migliaia di euro per il viaggio, e divenendo così schiavi dei trafficanti di carne umana…), questi vanno aiutati nei loro Paesi d’origine: ma sarà capace la comunità internazionale di porre fine allo sfruttamento dell’Africa da parte di Francia, Germania e Cina?
Una politica ferma, in tema di immigrati, è una politica razionale e necessaria.
Quelli che accusano Salvini di non essere “pro vita” in tema di migranti, sono gli stessi che non vedono quanti stranieri sta accogliendo l’Italia (sì, proprio l’Italia con Salvini al Governo) e quanti bambini (italiani e stranieri) vengono uccisi quotidianamente con l’aborto e con le pillole, grazie alla legge italiana, senza che lo Stato muova un dito per offrire alle loro mamme un’altra chance, una vera scelta.
Francesca Romana Poleggi