09/02/2023 di Giuliano Guzzo

Sanremo. Paola Egonu e quella fluidità sessuale ripetuta fino alla noia. Ma a che serve?

«Paola Egonu, le luci dell'Ariston sulla campionessa: "Sono nera, immigrata, donna e sessualmente fluida"». Si intitola così un articolo di Repubblica che intende introdurre la pallavolista italiana che, come sappiamo, è tra le personalità che vedremo questa sera sul palco dell’Ariston. Ora, con tutto il rispetto per la grande atleta italiana, per il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari e per lo stesso Festival di Sanremo, una domanda sorge spontanea: perché ricordare per l’ennesima volta identità e preferenze sessuali di Paola Egonu? Ha senso chiederselo perché il tema – del tutto irrilevante sotto il profilo agonistico e sportivo – continua ad essere riproposto.

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Già quasi due anni fa, intervistata sul Corriere da Gaia Piccardi, l’atleta ebbe a spiegare accuratamente quale fosse il suo orientamento, escludendo quello omosessuale. «Esatto, non lo sono», furono le sue parole «ho ammesso di amare una donna (e lo ridirei, non mi sono mai pentita) e tutti a dire: ecco, la Egonu è lesbica. No, non funziona così. Mi ero innamorata di una collega ma non significa che non potrei innamorami di un ragazzo, o di un’altra donna. Non ho niente da nascondere però di base sono fatti miei. Quello che deve interessare è se gioco bene a volley, non con chi dormo». (Corriere della Sera, 17 maggio 2021).

Ebbene giusto un anno dopo, per la precisione il 22 maggio 2022, sempre Piccardi e sempre il Corriere hanno proposto una intervista alla star della nostra nazionale di pallavolo non solo riprendendo le parole poc’anzi riportate, ma anche specificando che Egonu, «talento pallavolistico da vendere» è «fluida in amore». Sempre nel 2022, il giorno 13 luglio, intervistata stavolta da Oggi la campionessa aveva ripetuto: «Per quale battaglia mi impegnerò? Sono nera, immigrata, donna e sessualmente fluida. Ho l’imbarazzo della scelta». Che sono più o meno le stesse parole, ci si faccia caso, riprese oggi da Repubblica.

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Ora, massimo rispetto, com’è sacrosanto, per gli orientamenti e le preferenze sessuali di chiunque, a maggior ragione per Paola Egonu, grande star della nostra nazionale che è doveroso omaggiare e apprezzare per le sue doti sportive; ma questo giornalistico e quasi ossessivo descriverne i gusti e l’identità di genere, esattamente, quale senso ha? Si vuol forse credere che un campione o in questo caso una campionessa diventino tali solo se «fluidi in amore»? La domanda è naturalmente provocatoria. Però è quasi un dilemma che viene da porsi, osservando, lo si ripete, la frequenza con cui questa grande atleta viene raccontata quasi più per il suo privato, che per i suoi straordinari meriti sportivi.

In un articolo apparso sul mensile il Timone, il giornalista Maurizio Caverzan, proprio parlando della partecipazione sanremese di Egonu, ha scritto: «Chissà perché nessuno invita mai Miriam Sylla, anche lei di colore e pure capitano dell’Italvolley femminile». Già, chissà. Forse perché quest’ultima risulta fidanzata con Alessandro Cappelletti, playmaker nella Scaligera Basket Verona – quindi un maschio, e quindi non dà possibilità di poter gonfiare alcuna narrazione gender fluid? Francamente, è un dubbio che viene. Dopotutto, a pensare male si fa peccato, si sa: ma spesso si indovina.

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