10/05/2021 di Manuela Antonacci

Santini (Lega Viareggio) su ddl Zan: «Demagogico e discriminatorio, ecco perché»

“Intervenga la legge dove c’è una discriminazione vera, ma senza una strumentalizzazione politica di parte”, parola di Alessandro Santini, consigliere comunale leghista, a Viareggio che, durante l’ultima giunta, ha voluto dire la sua sul ddl Zan e il cui prezioso intervento abbiamo voluto raccogliere in questa nostra intervista.

 

Innanzitutto, cosa pensa del ddl Zan?

«È vero che spesso persone con un’indole innata come la mia vengono offese, etichettate e discriminate, ma ugualmente non mi piace diventare strumento di una parte politica che mi deve indirizzare verso qualcosa che non condivido. Essere di Destra, come sono io, in qualità di Capogruppo della Lega in consiglio comunale a Viareggio, mi porta ad avere una mia visione democratica, dove io rispetto tutti, dove, nel mio esprimermi, io cerco di far comprendere qual è la mia idea, sulle adozioni, sull’utero in affitto, la mia idea sul matrimonio tra omosessuali, io ho una mia concezione, sono credente, ho una strada da seguire e non la impongo a nessuno. Sono una persona che cerca di farsi capire bene, non ho giri di parole, sono diretto, mi viene da pensare che in momenti in cui ci sono discriminazioni e offese, ho una fortuna particolare: sapendo stare al pubblico, facendo politica da tempo (dal 1996).  So rispondere quando qualcuno mi attacca e comprendo anche quando c’è una dietrologia e si sta parlando con un secondo fine. La mia fortuna è stata essere stato capito e accettato dalla mia famiglia, ci sono tante situazioni familiari in cui ciò non avviene e si vive nella paura. Quindi, quando incontro queste persone che hanno un percorso più difficile del mio, io cerco di farmi portavoce di queste persone più spaventate e cerco di essere di aiuto e rincuorare, anche se nemmeno l’ostentazione mi piace. La strumentalizzazione demagogica di una certa parte politica (di Sinistra) e che spesso si riconosce nella comunità LGBT, non è detto che sia il “verbo”, di tutto ciò che è la comunità omosessuale, lesbo, transgender. Io voglio smontare qualcosa che, per anni, si è voluto far credere, ovvero che gli omosessuali, i gay, le lesbiche, non sono tutti di Sinistra, c’è una mentalità gay, lesbo anche a Destra e non è detto che la si pensi come le persone di Sinistra».

Nel suo intervento, durante la Giunta comunale Lei ha detto che questo ddl non è amato nemmeno da tanti gay…

«Esattamente. L’aver detto pubblicamente che c’è gente che non la vede alla stessa maniera di quei gay che sostengono il ddl Zan, ci ha esposti a etichettamenti, offese, metterti alla berlina o in un angolo. Questo io non lo accetto: se io esprimo il mio pensiero, lascio libero te di esprimere il tuo. Se voi che finora sostenete il ddl Zan e lo supportate, lasciate agli altri la libertà di esprimersi diversamente, accettate che ci siano opinioni diverse dalle vostre. Io non dico che “sono contro” le adozioni, non sono contro niente, ma non sono favorevole. Sicuramente esprimo il mio pensiero riguardo le adozioni, dicendo che non sono favorevole all’utero in affitto, sono favorevole all’adozione dove un bambino possa avere un padre, ma assolutamente deve avere anche una madre per crescere. Io come gay potrei essere un buon padre, ma non potrei mai essere una buona madre. La maternità non fa parte del maschio, non potrei essere una buona madre né fisicamente né chimicamente. Io non ho quella sensazione della maternità che ha solo e unicamente una donna e che solo una donna, una madre, può dare ad un bambino, se adottato o al proprio figlio. È qui che si esagera nel pretendere qualcosa di forzato. Ho degli amici, coppie omosessuali, che sono riusciti ad adottare attraverso l’utero in affitto, hanno avuto dei bambini. Quelle sono delle bravissime persone e dei bravissimi padri, ma comunque si è tolta la possibilità a quei bambini di avere una madre. Quindi, prima di tutto cerchiamo di aiutare le adozioni rendendole più facili».

Cosa pensa dell’influenza che hanno avuto i personaggi famosi nel promuovere il ddl?

«Penso che, certe volte, per fini pubblicitari e mettersi in mostra, si segue l’ondata più facile, c’è un percorso dove sappiamo che alla gente piace sentirsi dire quella cosa e il personaggio famoso sale sul palco e la dice. Dice la cosa famosa ma, a volte, la dice anche in maniera sbagliata o non corretta. Perché quando salgo sul palco senza contraddittorio e cito dei nomi di persone che hanno sicuramente sbagliato a dire quello che hanno detto, non so se, oggi come, oggi, si potrebbero permettere di ripetere quello che hanno detto, perché uno che dice “Se avessi un figlio gay lo metterei in un forno” è da denuncia. Però andare sul palco ed accusare quando in passato si è fatta la stessa cosa, allora bisognerebbe valutare meglio il discorso di quella persona, perché quella persona che è salita sul palco, oggi dice “Ah a quei tempi, ho detto una stupidaggine e ho chiesto scusa”, allora questo vale anche per le persone che hai citato sul palco, non potrebbero chiedere scusa e dire che hanno sbagliato? E invece, tu le hai messe alla berlina. Quindi, io non mi fido al 100% di persone che approfittano dell’ondata del momento, perché fa audience, perché attira gli applausi, perché fa vender di più, siccome sono personaggi che rappresentano marchi internazionali, in cui ci guadagnano personalmente, è logico, diventi personaggio famoso e ci guadagni in benevolenza. Ti stai comprando la benevolenza su argomenti importanti che, fino a ieri, sbeffeggiavi tu per primo. Quando ho vissuto il mio percorso ho trovato pietre di inciampo, ecco, queste persone che ti giudicano non sono solo gente di Destra, ma anche di Sinistra. Non è che lo stupido che dice frasi sciocche è solo a Destra, ma è anche a Sinistra. La stupidità umana, nostro Signore, l’ha seminata ovunque, sia di qui che di là. Non è che lo stupido che dice frasi sciocche è solo a Destra, ma è anche a Sinistra. Tant’è che quando mi sono espresso pubblicamente, sono stato contattato su instagram da un ragazzo che mi ha chiesto se fossi gay e della Lega e alle mie risposte affermative, mi ha detto “Allora, se sei della Lega, stai tradendo la comunità LGBT”. Io gli ho risposto che non faccio parte di nessuna comunità, se non quella umana. Non posso far parte di una comunità che si autoghettizza e ti fa sentire all’interno di una riserva indiana. Noi dobbiamo lottare per i diritti delle persone, ma chiudersi all’interno di una comunità che non accetta idee differenti dalla tua, non lo tollero. E questo ragazzo candidamente mi ha risposto “Sai, noi di Sinistra abbiamo fatto come un accordo tra di noi, dove, quando troviamo un gay di Destra, lo dobbiamo bloccare sia su facebook che su instagram”. Lì mi sono cascate le braccia: loro che sono quelli dell’orgoglio omosessuale, che manifestano pubblicamente, ai quali va tutta la mia stima per la lotta e per il rispetto delle persone, a volte esagerano. Persone che lottano per i diritti omosessuali, ma non accettano idee differenti, persino dei gay di Destra e che vedono come un ostacolo. Io sono solo una persona che ha solo un pensiero differente da un altro. E non mi va di essere giudicato per questo e per partito preso. Devo dire che al, contrario, io sono un gay all’interno di un partito, come la Lega, che mi ha sempre rispettato, che non ha mai fatto una questione politica e personale, su quello che sono io, nella mia vita privata».

I rischi sottesi al ddl Zan, secondo lei, si possono ripercuotere a livello comunale?

«Stiamo parlando di qualcosa di futuribile, per come è scritto ora, il ddl Zan, effettivamente, ci potrebbero essere anche nel mio territorio, delle risultanze che non penso potrebbero essere così felici. Perché se si va ad interpretare il testo del decreto, se io fossi transgender, avrei la possibilità di partecipare ad una squadra femminile di pallavolo. Questo è assurdo. Io non sono favorevole nemmeno alle quote rosa, perché io credo di più nella meritocrazia: il posto bisogna meritarselo per competenza. Se poi mi si viene anche a dire che, un uomo che si sente donna, può andare a togliere il posto ad una donna, sono situazioni assurde. E come verranno valutate in futuro queste situazioni? Se ad esempio, un domani io dovessi litigare con una persona per il parcheggio e quella persona si sente lesa perché magari è gay e mi accusa di questo, poi, si va in tribunale, si arriverà ad un giudizio. Quindi, in tutto questo, io avrò dovuto prendere un avvocato, trovare testimoni in mia difesa, ci rendiamo conto a cosa apre tutto questo? All’interpretazione a seconda di che cosa una persona si sente di dire in mente in quel momento! Quindi cerchiamo di scrivere una legge non demagogica e che non difenda solo una parte politica».




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