11/07/2024 di Giuliano Guzzo

Scandalo Wpath sul cambio di sesso. Ecco come la BBC insabbia le notizie

A distanza di mesi, lo scandalo scoppiato a marzo attorno ai cosiddetti Wpath files - file interni di quella che è ritenuta la principale autorità scientifica sulla medicina di genere, sulla transessualità e il cosiddetto “cambio di sesso”, che provano come i medici del settore operino noncuranti dei danni cagiona la transizione di genere -, si arricchisce ancora di aneddoti e retroscena che non possono non far riflettere. L’ultimo colpo di scena riguarda un caso di censura, su questo tema, avvenuto in seno alla celebre emittente britannica Bbc.

Questi i fatti. Il 5 marzo scorso, quando cioè lo scandalo dei Wpath files stava dilagando, una personalità con esperienza nel mondo dei media ha inviato il materiale che stava uscendo a Fergus Walsh, il redattore medico della Bbc. Il materiale trasmesso a Walsh conteneva informazioni inequivocabili, come ammissione da parte dei membri Wpath sui danni causati dai loro trattamenti e sull'influenza esercitata su di loro dagli attivisti trans. Nonostante la gravità e l'urgenza della situazione, Walsh non rispose.

Sei giorni dopo, l'11 marzo, lo stesso individuo cercò di inviare un'altra e-mail che riassumendo i punti chiave di un'intervista con Mia Hughes, l'autrice del rapporto Wpath, scoprendo che il suo indirizzo di posta era stato bloccato. Non è finita. E’ infatti recentemente emerso un legame che spiega molto dell’atteggiamento del redattore medico della Bbc, Walsh, che risulta sposato con la dottoressa Véronique Walsh, vicepresidente di Gilead Sciences UK e Irlanda, società farmaceutica che ha istituito un fondo da 4,5 milioni di dollari per «migliorare la sicurezza, la salute e il benessere della comunità transgender, in particolare alla luce dell'impatto sproporzionato dell'Hiv sugli individui transgender». Questo spiega non solo l’atteggiamento di Walsh, ma anche della stessa Bbc. Che, viene fatto notare, da anni non dà alcuno spazio a voci come quelle di Helen Joyce, Maya Forstater, Stella O'Malley e Kellie-Jay Keen e tutte quelle femministe “colpevoli” di denunciare le derive dell’ideologia transgender.

Quanto alla Wpath e al fatto che le sue malefatte vengano tenute nascoste, beh, si può dire che questo fatto non fa che confermare la familiarità dell’associazione con la censura. Secondo quanto ha riferito Unherd.com, infatti, la Wpath si è già opposta in modo del tutto dogmatico alla pubblicazione di dati scomodi per la linea pro Lgbt dell’associazione. Più precisamente, è successo questo: quattro anni fa la Wpath aveva incaricato dei ricercatori della Johns Hopkins University nel Maryland di eseguire «revisioni sistematiche sulle prove a sostegno delle cure che affermano il genere». L’associazione cercava cioè degli elementi per suffragare quella che, non da oggi, è la propria linea ideologica. Peccato che sia poi accaduto qualcosa di totalmente imprevisto.

Infatti, gli stessi ricercatori della Johns Hopkins University in poche parole, di ciò che dovevano trovare negli auspici di chi li aveva ingaggiate, hanno trovato «poche o nessuna prova». Morale, quanto quei ricercatori avevano portato alla luce – e che successivamente è emerso anche con il rapporto Cass – e cioè il fatto che la Wpath si muovesse (e si muova tutt’oggi, in realtà) più sui binari dell’ideologia che su quelli della scienza, è stato messo a tacere. Il che conferma - che si tratti di associazioni mediche o di emittenti televisive – qual è lo schema dell’ideologia arcobaleno e transgender, vale a dire da un lato silenziare ogni voce di dissenso, o screditarla, dall’altro nascondere sotto il tappeto tutte le verità più scomode. Che però, essendo verità, hanno un problema, si fa per dire: prima o poi vengono a galla.

 

 

 

 

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