«La Carriera Alias, ormai lo ribadiamo da mesi, è una procedura illegale e soprattutto pericolosa per il benessere psico fisico dei ragazzi, che rischiano così di essere indottrinati alla rischiosa bugia che si possa davvero “nascere nel corpo sbagliato”. Adottarla è quindi di una gravità assoluta, come è successo al Liceo classico Pietro Giannone di Benevento, guidato dalla dirigente Teresa De Vito, per il quale abbiamo ricevuto la segnalazione indignata di alcuni genitori. Il movimento LGBTQ (Lesbiche-Gay-Bisessuali-Transessuali-Queer) sta infatti facendo pressione sulle scuole italiane affinché adottino la “carriera alias” e, una volta fatto, gli alunni, anche minorenni e senza consenso dei genitori, possono chiedere di essere trattati in base all’identità di genere autopercepita e non al sesso biologico: in registri, elenchi e documenti scolastici si sostituisce quindi il nome anagrafico con quello scelto per la nuova identità di genere. Di conseguenza anche l’utilizzo di bagni e spogliatori sarà in base al “genere auto-percepito”. Ma tutto ciò a nostro avviso è in aperto contrasto con le normative vigenti in campo amministrativo, civile e potenzialmente anche penale ed è viziato da incompetenza in quanto l’amministrazione scolastica non ha alcun potere di modificare il nome e l’identità sessuale di un individuo. Secondo la denuncia di alcuni genitori che sono entrati in contatto con la nostra Onlus, i ragazzi del Liceo Giannone sarebbero inoltre vittime, come se non bastasse l’Alias, anche di un costante bombardamento ideologico sulle teorie gender da parte di alcuni insegnanti. Certi indottrinamenti nelle classi sono anacronistici se pensiamo che paesi un tempo pionieri nella transizione sociale e chirurgica come Gran Bretagna, Australia, Svizzera, Norvegia, Svezia, Finlandia, Danimarica e buona parte degli stati Usa stanno facendo marcia indietro sui protocolli per il cambio di sesso, addirittura chiudendo le cliniche come il Tavistock Center di Londra al centro di un pesante scandalo. Inoltre, come rivelato da Noto Sondaggi per conto di Pro Vita & Famiglia, l’80% degli italiani è contro l’indottrinamento gender nelle scuole e pensa che le famiglie vadano preventivamente informate e coinvolte in caso di corsi o progetti su questi temi, mentre ad oggi sono circa 220 gli istituti che come Pro Vita & Famiglia abbiamo diffidato, in molti casi ricevendo come risposta l’annullamento del Regolamento. Ci aspettiamo quindi che Governo e Ministero dell’Istruzione blocchino una volta per tutte la Carriera Alias e le derive gender nelle scuole». Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus.